Nord e Sud - anno XII - n. 62 - febbraio 1965

Mario Dilio - Carlo Maggi Perché questo sviluppo continui e si accentui, gli Enti e gli organismi economici debbono procedere di concerto, bandendo ogni residuo di gelosia campanilistica e soprattutto ponendo mano con sollecitudine a quegli studi di base che dovranno domani servire in sede di programmazione. Si eviterà così di « essere programmati dall'alto», come dice giustamente Vittore Fiore; si eviterà che le decisioni riguardanti la Puglia e la Basilicata vengano prese nei grattacieli milanesi o nei ministeri romani. Qui non debbono giungere richieste avventate di nuove ciminiere, o telegrammi protestatari, ma piani di lavoro concreti e precisi, programmi elaborati guardando alla realtà delle due regioni, indagini serie, scientificamente serie, sulle esigenze e sui bisogni delle popolazioni. In tal modo si collaborerà con quanti, in altra sede, debbo110 decidere sulla base dei fatti, e non delle chimere. MARIO DILIO Una nuova rivista Il problema dell'informazione culturale diventa ogni giorno più pressante. Si richiede all'uomo di cultura di essere aggiornato ed al corrente su tutto quanto si produce nel campo dei suoi interessi e, al tempo stesso, lo si pone di fronte ad una massa di pubblicazioni tanto ingente da imporgli una drastica selezione. Eppure, nel volume che non si è acquistato, nella rivista che non si segue, o è mal distribuita, c'è un articolo prezioso, la soluzione di un nostro problema attuale, un chiarimento che ha l'unico torto di non essere , diffuso con efficacia. La nostra è quindi un'età che vede sempre più gradita la forma pubblicistica della selezione, del condensato, della rassegna, dell'abstract. Sempre più numerose sono le pazienti redazioni che « leggono tutto per voi » o che faticano a ricucire le membra sparse di una disciplina che ha uno sviluppo diseguale e localizzato in mezzo mondo. L'insufficienza dell'~nformazione culturale, se è un problema sentito da varie parti, lo è particolarmente in quelli connessi alle arti figurative dove si registra un notevole disordine linguistico, una scarsa compenetrazione di prospettive, una disorganizzazione ed atomizzazione che è causa ed effetto, ad un tempo, di un individualismo rissoso ed impenitente. In tal modo si rende assai difficile un accrescimento collettivo e cumulativo delle conoscenze sull'arte e sul comportamento artistico. Sul terreno di queste considerazioni un gruppo di giovani intellettuali napoletani ha dato vita ad una nuova rivista: Op. cit. che ha cominciato la pubblicazione alla fine dello scorso settembre. Op. cit. è edita dalla più qualificata galleria di arte moderna operante a Napoli: « Il Centro», ed è diretta da Renato De Fusco il cui nome è legato ·a recenti ed apprezzati studi sulla storia dell'architettura e della critica d'arte moderna. 60 BibliotecaGino Bianco

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