Mario Dilio richiesti per la realizzazione degli obiettivi fissati dai Piani. Ed hanno i Consorzi delicati compiti di assidua rappresentatività e di articolate relazioni sia con le amministrazioni centrali e periferiche responsabili per gli interventi nel nel campo delle infrastrutture e degli incentivi, sia con gli operatori economici ai quali gli inten,enti medesimi sono, in ultima analisi, destinati. Con l'istituzione dei Consorzi industriali si sono poste le premesse concrete per quella integrazione degli interventi "< dall'alto » e « dal basso » che ha costitL1ito, a lungo, oggetto di studio e dibattito. Ma l'integrazione può avvenire in termini assai diversi. Un primo modo di tale integrazione - ed è quello purtroppo verso il quale assai spesso ci si è facilmente orientati - si può verificare allorché gli o,peratori « dal basso » limitano il proprio contributo a porre in luce aspettative ed esigenze. Quando le amministrazioni centrali si trovano così di fronte ad una lista estesissin1a ed indiscriminata di esigenze da soddisfare, è chiaro cl1e alle stesse amministrazioni centrali compete l'onere di assegnare la priorità e di operare le scelte necessarie a distribuire mezzi limitati tra esigenze illimitate. Ben diversa può essere l'integrazione se gli organismi locali non limitano il proprio contributo a quello di semplici portatori di esigenze, ma compiono altresì una disamina razionale, diretta a graduare le esigenze medesime secondo precisi criteri di priorità, determinati in base ad un'attenta valutazione delle conseguenze ultime, sul piano del vantaggio economico e sociale collettivo. A tutt'oggi operano in Puglia e Basilicata ben sei Consorzi, cioè quelli relativi alle Aree di Bari, Brindisi e Taranto, nonché quelli relativi ai Nuclei di Foggia, di Potenza e della Valle del Basento. Questi Consorzi prevedono di dover attrezzare oltre no,vemila ettari di terreni per agglomerati industriali, con una spesa totale cl1e si avvicina ai cento miliardi di lire. Le previsioni farebbero ammontare a non meno di centomila unità i nuovi posti di lavoro in attività industriali da creare nel corso dei prossimi quindici anni. Ci troviamo, cioè, di fronte a programmi ambiziosi ed a spese ingenti, da realizzare nell'ambito di una « grande regione » nella quale evidentemente dovranno ben sussistere interdipendenze e relazioni tra i singoli centri di sviluppo. Purtroppo, almeno in alcuni casi, programmi e piani sono stati elaborati singolarmente, per ciascuno di codesti centri di sviluppo, senza tenere nel debito conto il problema di queste interrelazioni e interdipendenze. Non credo che si sia data tutta l'attenzione che meritava al problema di coordinare ed armonizzare le proiezioni e gli obiettivi di sviluppo; di cooperare, nella scelta delle soluzioni proposte, per la realizzazione di infrastrutture e servizi comuni, di studiare a fo,ndo se ed in quali limiti sarebbe opportuno specializzare i Nuclei e le Aree e i loro agglomerati, quanto al tipo di sviluppo industriale da realizzare, in base alle vocazioni più particolari di ciascuno. Spetta ai Consorzi dimostrare di saper dismettere intelligentemente certe posizioni di concorrenza reciproca che, di fronte ai problemi da affrontare, non possono non produrre un reciproco nocumento. Ed intendo alludere, in particolare, all'uso e all'abuso che si è fatto sinora di incentivi a 58 BibliotecaGino Bianco
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