.. . I Giornale a più voci risulta che è sorto un tessuto industriale dotato di forza e vitalità. Ciò non ostante, e in conseguenza anche del crescente rapporto capitale-addetto manifestatosi di pari passo col progredire tecnologico, l'apparato produttivo meridionale non s'è dimostrato capace, in questi anni, di creare 11n numero di posti di lavoro corrispondente all'offerta nascente sul mercato di lavoro locale. E si è avuto il massiccio fenomeno migratorio, con la relativa necessità di fermarlo per non compromettere le possibilità di sviluppo future. Da qui l'esigenza di continuare gli sforzi pubblici e privati, moltiplicandoli e concentrandoli in quei settori dove gli effetti possano essere di più sicura produttiv_ità. Nasce così nel pensiero meridionalistico la ' filosofia degli anni 60 ', profondamente diversa da quella del decennio precedente. L'intervento generico, su tutta l'area meridionale, è ormai da restituire all'amministrazione ordinaria. L'organismo straordinario, invece, deve cqncentrare il suo sforzo nelle aree suscettibili di maggiore sviluppo industriale, agricolo, turistico. In esse la Cassa dovrà avocare a sé la responsabilità dell'intero processo di espansione, coordinando l'azione degli organismi preesistenti ed eventualmente sostituendosi ad essi, ove necessario. Sono orientamenti, questi, intorno ai quali si va determinando una ampia convergenza di opinioni e che è legittimo ritenere che verranno travasati nella nuova legislazione per il Me-z- • zog1orno. Così pure, attuando il principio della specificazione dell'intervento anche all'interno del settore industriale, si afferma l'esigenza di favorire maggiormente il sorgere di imprese piccole e medie. Dotato ormai il Mezzogiorno di un consistente apparato di base, si sente vieppiù la necessità di un fitto tessuto connettivo di imprese di minori dimensioni. Gli strumenti di cui s'è arricchita negli ultimi anni la politica meridionalistica devono essere bene utilizzati a tal fine, ché lo IASM, il FORMEZ, l'INSUD possono fornire agli imprenditori quegli ausilii e quelle possibilità che i gruppi industriali maggiori ritrovano all'interno della propria organizzazione di complesso, dall'assistenza tecnica alla formazione dei quadri, alla integrazione del capitale». Passando a parlare del ruolo degli Enti locali nella politica di sviluppo, l'avv. Cifarelli ha affermato che « volendo conferire maggiore incisività e forza di penetrazione alla politica di infrastrutture e di incentivi, non si può accettare la situazione prodottasi in passato, di enti locali che assumevano un ruolo passivo di fronte alJe grandi trasformazioni i11 atto o, addirìttura, più o meno interamente se ne estraniavano. L'istituzione dei Consorzi per Io sviluppo è apparsa necessaria per realizzare quel coacervo di interessi e di competenze la cui unione appare indispensabile per orientare, coordinare e disciplinare sul piano locale le trasformazioni ambientali- cui l'intervento · straordinario della Cassa intendeva e intende pervenire. Ai Consorzi è affidata, anzitutto, la redazione e l'attuazione di Piani regolatori territoriali, che non si risolvono semplicemente in piani di carattere urbanistico, ma sono anche programmi economici, volti a favorire e stimolare specifici processi di industrializzazione. In corrispondenza è affidata ai Consorzi l'esecuzione delle opere e la gestione dei servizi comuni, quali sono .. 57 Bib·lioteca Gino Bianco
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