Nord e Sud - anno XII - n. 62 - febbraio 1965

Mario Dil(o Fino ad oggi, a dimostrazione delle insufficienze locali, ci si è rivolti sempre ad organizzazioni esterne: il piano di Taranto venne affidato anni or sono alla Tek.ne di Milano; le autorità di Lecce hanno affidato alla C.E.G.O.S. l'incarico di condurre una indagine ed elaborare ipotesi di sviluppo riguardanti l'economia agricola della provincia salentina. È di un mese fa la notizia, diramata dai municipi di Santeramo e Altamura, circa uno studio sullo sviluppo della zona, affidato ad un'altra organizzazione milanese. Ancora però nessuna seria e consapevole iniziativa è stata presa dalle cinque Amministrazioni Provinciali, dalle cinque Camere di Commercio e dai cinque Comuni dei capoluoghi, per istituire a Bari un organismo di studio che lavori in permanenza, co,stituito da docenti e studenti pugliesi (e nella regione ce ne sono di valorosi, solo che nulla è stato fatto per individuarli) che diventi poi una solida piattaforma per il Co1nitato regionale per la • programmazione. È un discorso che si fa da dieci anni, lo si ripete puntualmente ad ogni inaugurazione della Fiera del Levante, l'unica istituzione che in Puglia porti avanti la tematica meridionalistica. Certo, passerà ancora del tempo prima che un istituto di questo genere sorga, perché un giorno o l'altro sorgerà; ma allora rischieremo di assistere al fenomeno, per niente incredibile nel Mezz~ giorno, di un ottimo avvocato o un eccellente notaio che ne farà il suo personale strumento per conquistare posizioni ·più elevate. Non è accaduto forse così con la programmazione? Dieci e più anni or sono, lo sparuto gruppo di uomini di cultura che dibatteva questo problema in Puglia e sulla stampa di mezza Italia non veniva ascoltato. Oggi tutti parlano di programmazione, in ogni istanza, a tutti i livelli: nei partiti, nei sindacati, nei congressi più vari. E già sappiamo da quali persone il Comitato per la programmazione sarà composto. Ci vengono in mente Je parole di Pasquale Villari: « A un tratto vedemmo una singolare trasformazione, che avviene in tutte le rivoluzioni, ma che per noi inesperti era nuovissima. Molti di coloro che avevano contrastato ogni più generoso ardore della gioventù, che erano stati furibondi contro quei poveri scolari che andavano a gridare per le strade il nome della libertà, coloro che avevano detto l'Italia essere un bel tema per esercizio di rettorica; si trovarono adesso, col nome di uomini pratici, impiegati, deputati e ·ministri, per condurre le cose dove le condussero nel 1849 ». * * * Al convegno di Brindisi, l'avv. Michele Cifarelli, vice presidente della Cassa per il Mezzogiorno, illustrando il tema « Infrastrutture e incentivi allo sviluppo economico» è stato chiaro nell'indicare le linee operative su cui dovrà procedere la politica economica futura per assicurare la soluzione del nroblema meridionale. « Dall'esperienza di questo quinquennio» - egli ha detto - « risulta che l'istituto dell'area .industriale ha riportato la maggior messe di risultati positivi. Eccezion fatta per alcuni nuelei, solo nelle aree 56 Biolioteca Gino Bianco

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