Nord e Sud - anno XII - n. 62 - febbraio 1965

Adolfo Battaglia questo termine è un equivoco che complica inutilrr:iente le cose, o è adoperato tendenziosamente. Se Segre vuol dire che il nostro· quadro è quello fissato dalla socialdemocrazia (dalla socialdemocrazia europea.: ma, evidentemente, dalla socialdemocrazia italiana anzitutto), basta domandargli dove sta questo così determinante contributo che egli vede. La dimensione non è socialdemocratica, ma democratico-moderna. Ciò che ha operato nel vivo della realtà italiana ed europea non è stata la socialdemocrazia, come tale, ma una concezione democratica moderna, una larga corrente di libertà e di spirito critico, non disposta a fermarsi su posizioni ideologiche prefissate, ma capace di cogliere spregiudicatamente le esigenze di un assetto più moderno e funzionale, più libero, della struttura economica come della struttura sociale e dello Stato. Che se poi Segre vuol dire che la democrazia moderna è socialdemocrazia, non solo complica terminologicamente una cosa chiara e dà luogo a confusioni politiche da evitare, ma commette anche un errore teorico non indifferente: perché nella democrazia moderna la concezione socialdemocratica ha una parte di prim'ordine (e questo spiega in definitiva il perfetto accordo tra Saragat e La Malfa) ma non esaurisce quella concezione, che ha fondamenta culturali e politiche - nella storia italiana come nella storia dell'Occidente - ben più estese -e, diremmo anche, più antiche, risorgimentali, e non solo nazionali. È la prima volta in vent'anni, come si diceva all'inizio, che questa posizione laica democratico-moderna ottiene un successo di cui si possa dire che non è revocabile, che non è modificabile attraverso il giuoco dei compromessi politici e delle maggioranze parlamentari. Un successo che si cala nella realtà del potere e dei rapporti di forza tra i partiti. Questo apre una prospettiva, o per meglio dire la rafforza, le dà nuova vitalità. E permette di affacciarsi su un futuro che se non consente di vedere a~cora un partito laico con1e elemento di maggiore consistenza dell'alternativa alla DC (secondo la concezione che era appunto della destra del Partito d'Azione) consente tuttavia di prevedere - oltre l'avvio a una nuova e più felice prospettiva dei rapporti fra PSDI e PSI - il rafforzamento delle minoranze democratico-laiche e l'accentuarsi della loro influenza nella prospettiva degli schieramenti in via di formazione che costituiscono la speranza di domani. Certo, tutto questo avverrà non senza urti politici, gravi incomprensioni e aspre battaglie; e certo avverrà non senza fortuna, così come non senza fortuna si è giunti all'elezione di Giuseppe Saragat. Ma la fortuna, come dice Montaigne, s'incontra spesso sul cammino della ragione. ADOLFO BATTAGLIA 44 Bi0lioteca Gino Bianco ....

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