Vincitori e vinti Va detto, tuttavia, prima di addentrarci in questo esame, che dietro la candidatura Saragat c'erano anche una serie di motivi politici estremamente rilevanti. C'era anzitutto il motivo della normalità e della correttezza costituzionale. È « Il Mondo » che ha rilevato, se non erro, la prova non felice che due presidenti di estrazione cattolica e democratico-cristiana han.no successivamente fornito. Il mandato del Presidente Granchi è passato lasciando una scia di polemiche che non concernono soltanto gli avvenimenti politici di quel settennio (e in primo luogo l'esperienza Tambroni), e non soltanto l'interpretazione del ruolo del Presidente nella nostra Repubblica, ma anche, purtroppo, la gestione del pubblico denaro (il caso ECI denunziato dall' « Europeo », per esempio). Polemiche molto meno clamorose ha suscitato il mandato che l'on. Segni è stato costretto a interrompere: ma in più momenti, e in particolare durante la crisi del governo Moro nel luglio '63, si è avuta la sensazione che fossero quasi possibili sviluppi costituzionalmente non ortodossi. Così, senza trarne conclusioni generali sulla maturità e sul senso dello Stato del partito cattolico, molti ne hanno derivato l'opinione che una garanzia di correttezza costituzionale più stabile e sicura potesse essere data da un uomo, come l'on. Saragat, che viene da una lunga tradizione politica di democrazia. Un secondo motivo era rappresentato dalla necessità dell'alternanza nella suprema magistratura di cattolici e di laici. I cattolici hanno combattuto giustamente per bruciare lo « storico steccato » che quasi li poneva in condizione di minorità politica; ma una parte dell'opinione pubblica aveva da tempo la sensazione che lo steccato si fosse adesso ricostituito alla rovescia, non contro i cattolici, ma contro i laici; sì che laicismo fosse quasi sinonimo di esclusione. Si sa quanto pesa questo problema nella nostra vita pubblica, e sopratutto sull'esperienza di centro-sinistra; né può dirsi davvero che l'atteggiamento della DC sia stato tale, durante le due settimane di Montecitorio, da farlo ritenere un problema superato (anche nelle sue correnti più rispettose degli alleati: si vedano le considerazioni pertinenti che un corsivo della « Voce Repubblicana» ha fatto circa l'idea di Scelba di unire la DC su un candidato comune, nel caso il sen. Merzagora, e poi di andare avanti « anche per quaranta votazioni » ). Ha pesato, infine, la sensazione che non soltanto la formula politica di governo, ma la vita democratica della nazione fosse meglio garantita da un uomo del centro-sinistra come l'o~. Saragat, abbastanza forte e sperimentato da non lasciarsi turbare da situazioni di crisi, politica ed economica, sempre indesiderabili, ma sempre ipotizzabili. Dietro questi reali motivi - su cui Saragat e La Malfa concordarono 41 Biblioteca Gino Bia co
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