Nord e Sud - anno XII - n. 62 - febbraio 1965

Vincitori e vinti a Saragat, su cui tentare l'accordo con i dorotei; mentre la personalità particolare di Nenni, il suo passato, il suo prestigio, la sua stessa origine, avrebbero assicurato contemporaneamente una « copertura » rispetto ai comunisti. Questi ne compresero benissimo il significato « arretrato »: tanto è vero che per ben tre votazioni (la decima, undicesima e dodicesima) non confluirono su essa, dapprima preferendo riservarsi per Fanfani (che alla decima votazione, il 21 dicembre, era ancora in lizza) e poi attendendo, dopo il ritiro di Fanfani, che si chiarisse meglio la situazione. A questo punto, peraltro, ritiratisi Fanfani e Pastore, ritiratosi Saragat, e nella ostinazione dei dorotei su Leone che sembrava acquisire nuove possibilità di elezione (il 22 dicembre, giorno del ritiro di Fanfani, superò per la prima volta i 400 voti), il leader socialista divenne la candidatura obbligata dei comunisti. E allora nacque la seconda illusione: che Nenni, invece di essere il candidato d'incontro con i dorotei, potesse essere il candidato per una prova di forza della sinistra unita. Illusione basata sulle altre che avevano dominato fino ad allora i comunisti: che i fanfaniani rappresentassero nella DC una posizione di sinistra autentica; che il loro impegno fosse di carattere politico prima che personale; e che la candidatura Pastore sostenuta dai sindacalisti fosse qualcosa di più che una candidatura di compromesso su un uomo per tanti versi egregio. Naturalmente queste illusioni scomparvero come nebbia al sole appena i lombardiani si recarono dai fanfaniani e dai sindacalisti a chiedere il loro appoggio a Nenni, sì da giungere non soltanto all'elezione, ma ad una elezione che avesse un chiaro significato di sinistra, oltre il centro-sinistra. Nessuno era più qualificato dei lombardiani a chiedere questo: essi avevano praticamente assicurato a Fanfani il loro appoggio per tentare appunto il tipo di coalizione cattolici-socialisti-comunisti che andava oltre la formula di centro-sinistra; e chiedevano adesso di realizzare la stessa operazione, con lo stesso segno politico, ma con altro candidato, con Nenni invece che con Fanfani (il che tra l'altro rendeva l'operazione molto diversa della precedente, proprio perché Nenni non è Fanfani). La cosa sembrava a portata di mano perché tutti i 95 voti del PSI - non soltanto i 25 del gruppo di Lombardi - erano assicurati a Nenni: ma si rivelò completamente inattuabile quando i fanfaniani- (che proprio allora sviluppavano il tentativo di agganciare su Fanfani tutta la DC, col ragionamento di cui sopra si è detto) chiarirono che non avevano la minima intenzione di votare per Nenni perché il loro senso della disciplina di partito non gli consentiva di andare al di là di una preferenza interna al partito cattolico: il che poi era la con39 Bib ioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==