Nord e Sud - anno XII - n. 62 - febbraio 1965

Adolfo Battaglia v:ata ad un punto tale che condizione per uscirne era il rifiuto di ogni. posizione personale o notabile (sia pure notabile di sinistra) e l'affermazione netta di una impostazione politica. L'opposizione alla sua candidatura da parte dei laici, opposizione accettata da Moro, non fu un fatto personale: fu la conseguenza del tipo d'impostazione che essi, i laici, avevano dato alla battaglia. C'è molto da dire sull'incertezza e sui sostanziali errori di linea che sono stati commessi dal PSI. Il suo primo errore nella vicenda è anche anteriore all'inizio delle votazioni: risale al rifiuto opposto alla proposta dei repubblicani di dar luogo a uno schieramento laico unitario capace di sostenere un candidato comune. I socialisti credettero opportuno invece (e la cosa getta qualche luce anche sugli avvenimenti che seguirono, come poi si dirà) tentare un. accordo preventivo con la .DC, nella benevola illusione che essa potesse abbandonare le sue posizioni prima ancora che le fosse data battaglia. Naturalmente, dopo i primi contatti con i dirigenti dorotei, i socialisti tornarono indietro precipitosamente e realizzarono nei fatti lo schieramento laico che avevano rifiutato in linea di principio.; ma intanto, con scarsa previdenza, lo avevano indebolito prima ancora di averlo costituito. E il secondo -errore del PSI fu poi di romperlo dopo essersi infine decisi a formarlo. La manovra di rottura del fronte laico si articolò in due tempi. Dapprima, per bocca di quelli che figurano , tra gli autonomisti più coerenti, si sosten~e che il fronte non portava a nulla, e che, anzi, era il modo di condurre alla sconfitta le sinistre (previsione errata se mai ve ne fu una, come si vede: era tutto il contrario). Né alcuna coerente risposta fu data all'osservazione che si trattava anche tatticamente di una mossa sbagliata, perché nella lacerazione interna della DC, che gli scrutini testimoniavano, l'unità dei partiti laici sarebbe rimasta l'unica piattaforma ·esclusivamente democratica su cui assestarsi. La rottura del fronte laico - salutata il _22 dicembre da un esultante titolo a piena pagina di un giornale reazionario, ma politicamente avvertito come il « Tempo » - complicò, infatti, la situazione, dando alla DC la sensazione dell'incertezza dei laici e lo spunto per insistere su Leone; stabilì la contrapposizione tra Nenni e Saragat e un inizio di frizione tra i due partiti che per poco non pregiudicò le sorti della battaglia; e contribuì a portare avanti inutilmente il numero già alto degli scrutini. ..... Ma se questi erano gli inconvenie~ti tattici di quella rottura, sarebbe errato dire che dietro non vi fossero alcune impostazioni strategiche~ 36 Biblioteca Gino Bianco ~

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