Nord e Sud - anno XII - n. 62 - febbraio 1965

Politica della congiuntura e politica di sviluppo In relazione a tali esigenze di fondo cui il paese si trova di fronte, la politica adottata dal Governo italiano rappresenta solo un rinvio, perché, anche superate le difficoltà attuali, i problemi di struttura restano. Non appena la ripresa sarà avviata e l'economia sarà tornata ad un regime di piena occupazione, si presenteranno nuovamente le medesime difficoltà che si sono presentate due anni or sono; con la differenza che, invece di affrontare la crisi al termine di un decennio di sviluppo, il paese dovrà affrontarla al termine di un periodo di faticosa ripresa, con impianti invecchiati per il ritardo nei rinnovi, riserve valutarie inferiori, e quindi minori possibilità di manovra. Se l'obiettivo delle nostre autorità era un puro obiettivo di carattere monetario, esso è stato perseguito fruttuosamente; ma se, come spesso si ode, l'obiettivo primo è quello dello sviluppo, qualche riserva appare giustificata. Un ripetersi di ondate cicliche simili verrebbe a ridurre il tasso di sviluppo del paese ben al disotto del mitico 5% degli anni del miracolo. Gli esperti di cose economicl1e calcolano assai agevolmente che anche in un'Italia incamminata verso la piena occupazione potremo sempre contare su un aumento del 3% annuo della produttività delle risorse, solo perché questo è il progresso realizzato nel passato, e che quindi il 5% di sviluppo del decennio passato si ridurrà nella peggiore delle ipotesi al 3%. L'aritmetica è impeccabile, ma l'economia non è sempre altrettanto rigorosa. Gli aumenti di produttività realizzati negli anni del miracolo sono strettamente connessi all'aumento nel volume di occupazione; essi si sono potuti realizzare proprio perché l'industria si è sviluppata, perché le imprese hanno assunto dimensioni maggiori, utilizzando le economie della produzione su vasta scala e sfruttando le economie esterne prodotte dallo sviluppo simultaneo di molti settori produttivi. Ma in regime di piena occupazione, se non si trovano nuove vie di introduzione del progresso tecnologico che non siano connesse all'aumento della manodopera occupata, il S<J,u di progresso annuo può anche diventare il 2%, l'l %, o zero. La vera alternativa dinanzi a cui ci troviamo non è fra due politiche della congiuntura; ma fra u11a politica di fondo che assicuri la continuazione dello sviluppo, e una politica di congiuntura pura e semplice che faccia da onorevole conclusione al miracolo • economico. AUGUSTO GRAZIANI 27 Bib·liotecaGino Bianco

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