Politica della congiuntura e politica di sviluppo è necessario far leva per conseguire tale risultato sono molteplici. Nei limiti di questo scritto è possibile solo accennare ad alcune linee fondamentali di politica economica, linee che dovranno trovare una compiuta elaborazione applicativa. Il primo obiettivo resta quello di assicurare anche in clima di piena occupazione, una adeguata accumulazione di capitale. Tale obiettivo impone l'adozione di una consapevole politica salariale, o, come oggi si ama qualificarla, una politica dei redditi. Se11onché sul significato e sul contenuto di tale politica è necessario intendersi, in quanto molte volte sotto l'etichetta della politica dei redditi si intende semplicemente una azione di contenimento salariale. Una politica di contenimento dei redditi di lavoro, nelle condizioni attuali del nostro paese, non è più concepibile; il mercato del lavoro finirà necessariamente con l'essere sempre più teso e la forza contrattuale dei sindacati potrà accrescersi, ma non certo regredire nel tempo. Occorre quindi assuefarsi all'idea che la pressione salariale si farà necessariamente sempre più elevata e che non saranno le manovre restrittive, con quel tanto di disoccupazione che esse comportano, a invertire questa tendenza. Quella che si può e si deve ottenere è piuttosto una regolarizzazione della lotta sindacale nel tempo, al fine di assicurare ai salari l'accrescimento graduale che ad essi compete in linea con l'aumento della produttività, evitando il ripetersi di sbalzi salariali improvvisi che ingoiano la totalità dei profitti e minacciano di arrestare il processo di accumulazione. Su questo problema, l'elaborazione teorica è ormai sufficientemente sviluppata, non solo nei paesi che ci hanno preceduti sulla via della piena occupazione, ma anche nel nostro. Gli schemi proposti sono di natura diversa; alcuni suggeriscono un aumento dei salari commisurato all'aumento medio della produttività nazionale, corredato da opportuni correttivi per assicurare che i settori più efficienti possano assorbire risorse produttive in misura superiore ai meno efficienti; altri prospettano l'opportunità di chiamare i lavoratori a contribuire alla formazione del risparmio nazionale, limitando non il livello dei salari ma la frazione di salari spesa immediatamente per l'acquisto di beni di consumo, e incoraggiando così l'accumulazione diretta di capitale anche da parte delle classi lavoratrici. Queste ed altre varianti dovranno essere oggetto di analisi e di applicazione, così come lo sono state o stanno per esserlo in altri paesi. Il problema maggiore resta quello di vincere l'ostacolo costituito dalla bilancia dei pagamenti. Anche qui non si tratta di un problema temporaneo ma di una questione di fondo. L'aver contenuto l'aumento dei salari al disotto degli aumenti di produttività in un mercato al quale 23 Biblioteca Gin · Bianco
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