Nord e Sud - anno XII - n. 62 - febbraio 1965

' . Augusto Graziani forma di un'autentica depressione: sono ricomparsi gli orari ridotti negli stabilimenti industriali; la disoccupazio~e, che negli ultimi anni era andata costantemente diminuendo, è cresciuta, stando alle cifre più recenti, di quasi duecentomila unità; i piani di investimento· delle imprese sono stati limitati al completamento delle iniziative già intraprese, con una limitazione seria delle nuove. Già nel corso del 1963 gli investimenti per fabbricati industriali sono rimasti stazionari, e questo dato, come osservavamo nel giugno scorso sulle colonne di questa rivista, lasciava presumere un calo degli investimenti industriali per il 1964, calo che nella misura minima del 5-6% è ormai ammesso anche nelle previsioni ufficiali. Naturalmente questa compressione violenta della domanda globale ha sortito gli effetti desiderati sull'andamento dei prezzi e della bilancia dei pagamenti. Ridotta la tensione sul mercato del lavoro, contenuta la pressione salariale, l'indice dei prezzi all'ingrosso fra il gennaio e l'ottobre 1964 è rimasto praticamente stabile, mentre l'indice dei prezzi al consumo ha segnato incrementi assai più contenuti. Ridotta la domanda interna, anche la domanda esterna ha palesato una flessione netta, e le importazioni, dopo aver toccato un vertice massimo di 447 miliardi nel gennaio 1964, sono scese a meno di 369 miliardi nell'ottobre, registrando così, nell'ultimo semestre di cui si ha notizia (maggio-ottobre), un calo del 13%. Nello stesso periodo, l'alleggerimento della domanda interna ha consentito un aumento del 19% nelle esportazioni, riportando così in attivo la bilancia dei pagamenti. Gli obiettivi di carattere monetario sono stati, dunque, realizzati e anche brillantemente; ma il prezzo di questo successo è stata una contrazione nel volume della produzione e degli investimenti che ha impedito lo sviluppo del reddito e compromesso l'espansione anche per gli anni avvenire. Che giustificazioni si possono addurre per una politica di contrazione deliberata così severa? Una manovra simile rientrava indubbiamente nella migliore tradizione della politica economica del secolo scorso, quando le crisi di carattere inflazionistico venivano combattute per l'appunto con strumenti di carattere monetario e mediante una compressione brusca della domanda globale. Senonché, non va dimenticato che il secolo scorso è passato alla storia proprio come il secolo afflitto da crisi ricorrenti e da penose pause di depressione. La crisi è stata lo spettro della civiltà industriale fino a tutta la prima metà del nostro secolo e si è sempre considerata come tappa fondamentale della politica economica moderna l'aver trovato strumenti adatti a scongiurare il ripetersi di ondate depressive. A partire dall'esperienza della grande crisi del 1929, e specialmente nèl secondo dopoguerra, la politica 20 Biblioteca Gino Bianco

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