Augusto Graziani l'equilibrio degli scambi con l'estero è sempre l'elemento fragile di ogni economia in fase di rapido sviluppo. _ Di fronte alla situazione attuale del paese, è assai dubbio se si possa pensare correttamente aà una politica congiunturale nel senso tradizionale della parola. Politica della congiuntura è per definizione una politica di breve periodo, intesa a porre rimedio a disordini secondari che non investono il meccanismo fondamentale del sistema economico. Il nostro paese si trova, invece, dinanzi ad una svolta che investe l'intero meccanismo di formazione e distribuzione del reddito e che, come tale, non rappresenta un semplice turbamento al processo di sviluppo, ma un autentico problema che dovrà trovare soluzione, se si vuole che lo sviluppo del paese continui lungo i ritmi del passato. In regime di sottoccupazione, l'economia aveva saputo trovare spontaneamente una forma di equilibrio che aveva sì sacrificato consumi essenziali, aveva tratto vantaggio da un mercato del lavoro sostanzialmente debole, aveva perpetuato squilibri territoriali antichi, ma aveva realizzato un tasso di accumulazione soddisfacente e un adeguato volume di esportazioni. Compito della nuova politica eco11omica deve essere quello di facilitare la transizione dal regime di sottoccupazione a quello di piena occupazione, superando gli ostacoli costituiti dalla pressione dei consumi e dalla limitata capacità di importazione, e rendere possibile la continuazione del processo di sviluppo. L'Italia viene oggi a trovarsi di fronte ai due problemi di fondo di tutte le economie contemporanee, problemi con i quali si stanno cimentando da anni e con alterne vicende paesi éome la Gran Bretagna, l'Olanda e in misura minore la Germania. Nessuno vorrà dire cl1e siano problemi di facile soluzione, ma è necessario prenderne coscienza, perché dal successo o dall'insuccesso su questo punto dipenderà se l'Italia continuerà a far parte, insieme al Giappone e alla Germania Occidentale, del ristrettissimo « club dello sviluppo », o se ne uscirà per rientrare nel gruppo generale dei paesi per i quali un tasso elevato di crescita non è più una realizzazione n1a un'aspirazione. È chiaro che tutto ciò non fa parte della politica della congiuntura; ma è altrettanto chiaro che la politica congiunturale non può essere avulsa dagli obiettivi strutturali che la collettività si propone di realizzare. Non può esistere una politica della congiuntura in sé e per sé, che non tenga conto e non si a.rmonizzi con la politica economica di lungo periodo. Le autorità italiane, di fronte alle prime manifestazioni della crisi, si trovavano indubbiamente dinanzi ad un problema di non facile soluzione. Salvare simultaneamente l'equilibrio monetario interno, l'equilibrio negli scambi con l'estero, il tàsso di sviluppo e la politica di 18 BibliotecaGino Bianco
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