Nord e Sud - anno XII - n. 62 - febbraio 1965

Augusto Graziani I caratteri di questa situazione, appena accennati nel 1962, si esasperano nel 1963. L'indice dei salari nell'industria tocca il livello 120 nel maggio, e si avvia verso il livello 130 nel dicembre; i prezzi al consumo proseguono nel loro aumento, seguiti ormai dai prezzi all'ingrosso che, perduta la loro tradizionale stabilità, aumentano sensibilmente sia nel settore dei beni di investimento sia (a partire dal settembre) nel settore dei beni di co•nsumo. Ma quello che precipita la situazione, fino a farla ritenere insostenibile, è l'andamento della bilancia dei pagamenti. Dal modesto attivo che era stato· realizzato al termine del 1962, si passa ad un passivo di oltre 1.100 miliardi del movimento commerciale e di quasi 500 miliardi nel saldo finale. Le riserve valutarie, che avevano toccato un livello massimo di oltre 2.600 miliardi di lire nel settembre del 1962, si erano ridotte di quasi 900 miliardi al termine del 1963. Le conseguenze di questa situazione sulla formazione e sulla distribuzione del reddito nazionale sono state palesi. Sotto l'aspetto della distribuzio,ne, giri aumenti salariali hanno assorbito la parte maggiore dell'aumento di reddito complessivo realizzato·; basti pensare che mentre nel 1955 i redditi da lavoro dipendente assorbivano il 55% del reddito nazio.nale netto al costo dei fattori (percentuale che fino a tutto il 1961 ha mostrato solo, una lievissima tendenza all'aumento), nel 1962 questa percentuale è bruscamente salita al 57,2% e nel 1963 ha raggiunto quasi il 62,4%. Questa veloce redistribuzione di redditi, operata sotto la spinta dell'azione srindacale, ha potuto essere realizzata attribuendo ai redditi di lavoro dipendente la quasi totalità del maggior reddito prodotto. Infatti, nel 1962 1'80% e nel 1963 il 97% dell'aumento di reddito netto al costo dei fattori è stato distribuito al lavoro dipendente. L'insieme degli « altri redditi », dopo un periodo caratterizzato da aumenti dell'8-9% annuo in termini monetari, hanno registrato un aumento del 5,6% nel 1962 e appena dello 0,9% nel 1963. Cifre che, convertite in termini reali, equivalgono a una stazionarietà nel 1962 e a una riduzione netta nel 1963, e che stanno a significare che ai maggiori investimenti privati effettuati nel 1962 non è toccata nel 1963 remunerazione alcuna. Dal lato della produzione, le conseguenze non potevano essere meno marcate. La domanda dei beni di constuno da parte del settore privato è cresciuta nel 1963 del 17% in termini monetari (equivalente al 9% in termini reali), 1nentre gli investimenti fissi sono cresciuti in termini reali appena del 5,5%. Il 1963 ha, quindi, registrato un capovolgimento rispetto alle posizioni tradizionali nei tassi di accrescimento dei consumi e degli investimenti. Questo capovolgimento non può destare meraviglia; l'espansione veloce dei redditi da lavoro dip~ndente non poteva riversarsi se non sul mercato dei beni di consumo; d'altro canto, la brusca contra14 Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==