Politica della congiitntura e politica di sviluppo Mentre, quindi, è più che giustificato considerare co·me obiettivo di interesse comune l'eliminazione degli squilibri dalla nostra economia, sembra meno giustificato affermare che tali squilibri sono il prodotto di un'accumulazione « distorta» o « viziata »; essi sono semplicemente il frutto necessario dello sviluppo impetuoso di un'industria lasciata alle libere forze del mercato. L'unico modo di evitare il prodursi di tali squil 1ibri sarebbe stato attuare fin dall'inizio una accumulazione controllata; ma questo avrebbe comportato ovviamente il sovvertimento totale dell'economia di mercato e avrebbe sostituito problemi di natura certamente· diversa, ma di portata non inferiore, a quelli suscitati dall'accumulazione basata sull',iniziativa privata. Insufficienza delle critiche tradizionali. Le critiche allo sviluppo economico italiano che abbiamo esposte si limitano a prendere di mira la distribuzione territoriale e setto·riale dello sviluppo senza analizzare in alcun modo i punti cruciali di ogni processo di accumulazione, che sono quelli dell'equilibrio fra risparmi e investimenti e dell'equilibrio della bilancia dei pagamenti. Anche i suggerimenti per una politica di sviluppo si limitano a raccomandare il controllo dei flussi di investimento nei diversi settori e territori del paese, ma danno per scontato che l'economia italiana nel suo insieme potrà contare anche negl,i anni avvenire sulla possibilità di investire un 20-25% del proprio reddito nazionale, di realizzare un tasso di sviluppo del 5 % in termini reali e di mantenere in equilibrio i propri conti con l'estero. Secondo questa impostazio,ne, il problema dello sviluppo del nostro paese sarebbe solo un problema di controllo qualitativo, non anche un problema di stimolo quantitativo. Questa visione, ispirata ad una fiducia cieca nella continuazione indefinita del miracolo italiano, poteva essere spiegata, anche se non giustificata, fino ad uno o due anni or sono, dal momento che è consuetudine fatale che il prossimo avvenire venga raffigurato assai simile al più immediato passato; ma diviene del tutto inaccettabile oggi che il miracolo ha subito una brusca e non casuale interruzione. Eppure, scorrendo scritti e discorsi di politici ed econom,isti, si nota come perduri l'atteggiamento mentale di chi consider:a la depressione attuale alla stregua di un momentane·o rovescio di fortuna: passata la crisi, il paese riprenderà a marciare lungo le vie dello sviluppo che ben conosciamo, e sarà possibile intraprendere quella politica di eliminazione degli squilibri che le esigenze della politica congiunturale hanno imposto di rinviare. Atteggiamenti simili risultano anche dai discorsi ufficial,i dei titolari dei dicasteri economici, e possono 11 BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==