Giuseppe Sacco dottrina con ineguagliato ottimismo. Ma la rib·adisce. direttamente davanti all'opinione, la personalizza, infine». Non si può per questo dire, però, che Monnet si sia reso conto che le élites politiche non bastano e che, in presenza, in uno degli stati-chiave dell'integrazione europea, di un potere « impermeabile e quasi teologicamente ostile», non resti altro che l'azione diretta verso l'opinione. L'Olivi tocca qui un tasto particolarmente delicato dell'attuale situazione storica della • Francia e dell'Europa. Un governo di élites, selezionate secondo una procedura da lungo tempo consolidata, quale era quello della Quatrième République, ha dato luogo in Europa ad « un potere impermeabile e teologicamente ostile» nei confronti dell'esigenza europea, ed in generale nei confronti delle esigenze di rinnovamento delle strutture politiche. E questo per non aver saputo rendere più elastica e snella la procedura del proprio ricambio e del proprio rinnovamento; e non perché le élites politiche, in generale, non bastano. Il « ricorso all'opinione» (e ad una opinione già notevolmente élitaire, quale quella formata dalle rappresentanze dei sindacati democratici dei sei Paesi riunite_ a Dortmund) non è alternativo rispetto alla « funzione di ispirazione », ma è la logica reazione alla progressiva incapacità dimostrata dai leaders della Quatrième ad impersonare le nuove esigenze rappresentate dai Monnet; ed alla sostituzione, che da tale incapacità è derivata, della repubblica parlamentare con un regime che, pur fruendo delle debolezze della Quatrième République, non solo si è dimostrato incapace di porvi rimedio, ma è, anzi, apparso completamente sordo, « impermeabile e teologicamente ostile» all'esigenza delle nuove strutture del potere. La tesi che le élites politiche non bastino è propria e logica del regime gollista; al contrario, le élites « ispiratri~i » che sap·piano porre in essere e concretamente gestire le nuove strutture del potere, sono più necessarie che mai. Solo che, di fronte all'incapacità degli uomini della Quatrième - incapacità pagata al prezzo durissimo dell'esclusione totale dal potere e della definitiva ed irrevocabile condanna da parte dell'opinione pubblica - e di fronte alla « impermeabilità e all'ostilità teologica» del gollismo nei confronti delle ispirazioni europeistiche, queste élites non hanno oggi altra scelta che quella della « incarnazione» di una posizione politica: che è - almeno per quel che riguarda la Francia - di opposizione. Non c'è, insomma, altra via che la « personalizzazione»· della scelta ed il « ricorso al1' opinione ». Ma, anche se si tratta di una scelta obbligata ed immediatan1ente determinata da una contingenza politica di ordine interno ad uno dei paesi membri, il « ricorso all'opinione» da parte degli « eurocrati » viene, da un lato, a soddisfare un'esigenza molto vivacemente sentita negli ambienti comunitari nella fase presente del loro svilup,po e, dall'altro, a rispondere all'attesa di una opinione, dai caratteri schiettamente élitaires (ma non nel senso dell'élite politica), che sempre più chiaramente prende coscienzà dell'insufficienza degli spazi nazionali europei ai fini dell'edificazìone, e soprattutto del mantenimento e dello sviluppo futuro, di una società di tipo moderno. Il ricorso all'opinione, 120 BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==