Nord e Sud - anno XII - n. 62 - febbraio 1965

Marisa Càssola Splendori e miserie della Califfa Di ritratti femminili più o meno artisticamente validi la narrativa contemporanea ce ne ha consegnati parecchi, dalla « Romana » e dalla « Ciociara » di Moravia, esemplari inimitabili nel loro genere, fino alla « Ragazza » di Cassola e alla « Dama di piazza» di Prisco. Col nuovo ro1nanzo di Bevilacqua (La Califf a, Rizzoli, 1964) la galleria si accresce di un nuovo tipo umano, che, pur distinguendosi per alcune sue precise caratteristiche, ha qualcosa in comune con ognuno dei precedenti. De La Califfa non è dunque difficile rintracciare le origini letterarie, ma non certo per questo n1otivo la .figt1ra della protagonista ci lascia perplessi, ché, indipendentemente dai suoi modelli, essa potrebbe vivere di propria vita, possedere una propria plausibilità umana; il limite del personaggio va piuttosto ricercato nel suo schematismo, in quel che vi troviamo di astratto e di simbolico. Nel presentarci la « Califfa » l'autore sottolinea in particolare tutti quegli aspetti che sono più efficaci a descriverla come un'eroina da sagra popolare, come la portatrice di un messaggio sociale, di rado riuscendo a conferirle una vera autonomia poetica: non è la « Califfa », come la «Romana», una prostituta rassegnata al suo squallido d·estino, ché, anzi, l'aspetto distintivo del suo carattere è un senso di sfida e di ribellione contro le ingustizie sociali; lungi dall'avere un'evoluzione spirituale simile a quella della Cesira moraviana, della quale pur possiede l'energia e la franchezza po,polana, si mostra, dagli inizi della sua storia, fin troppo consapevole del destino iniquo che incombe sull'uomo; e non è neppure, come l'Aurora di Prisco, una specie di Madame Bovary dei tempi moderni, ché la sua' ascesa nella società non è tanto determinata dal desiderio di elevarsi quanto dalla disperazione, e da un oscuro senso di rivalsa contro la miseria e il dolore. « Califfa » - ci avverte il presentatore del libro - viene chiamata in certe zone padane la donna libera ma simpatica, tutta istinto, che obbedisce ad una sua regola di vita ...; il suo ai1ticonformismo spesso si risolve in rivolta». In effetti, Irene Corsini, protagonista del racconto, ci è presentata come una creatura di vivace temperamento, dotata di una spontanea forza di carattere che le conferisce una sorta di superiore dignità. Nata in un misero quartiere di Parma, la Califfa ha dietro di sé una giovinezza di povertà e di squallore; suo marito ha scontato in prigione certi eccessi compiuti, come dal Bube cassoliano, al tempo della Resistenza, ed è uscito dal carcere distrutto. Poco prima il loro unico figlio, un bambino di pochi anni, è morto di stenti. È così che la Califfa, spinta dalla rabbia e dalla disperazione, comincia ....... una nuova vita. Dapprima amante di _un compagno di fabbrica che le ha dato per breve tempo l'illusione di poter uscire dalla sqa solitudine, diventa. dopo la morte del marito, la favorita di uno degli uomini più ricchi e potenti 116 s·iblioteca Gino Bianco

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