Nord e Sud - anno XII - n. 62 - febbraio 1965

• Franco Masi estranei al mondo giovanile organizzato, sc~lti da. oscuri uffici burocratici e inconsapevoli dei problemi in discu·ssione. È accaduto anche di ascoltare in merito la1nentele frequenti degli stessi funzionari internazionali, i quali non cessano di stupirsi dello scarso collegamento esistente nel nostro paese tra pubblici poteri ed organizzazioni giovanili volontarie. I nostri uffici governativi rispondono talvolta asserendo che le organizzazio,ni giovanili in Italia sono pressoché inesistenti, o scarsamente funzionanti; ma non ci pare, obiettivamente, che questo si possa dire, se non altro, per i n1ovimenti studenteschi o per la Gioventù di Azione Cattolica (che, nelle sue diverse articolazioni, raccoglie centinaia di migliaia di giovani) e nemmeno per i movimenti giovanili dei partiti politici e dei sindacati che, ancl1e quando non hanno una forza numerica ed organizzativa, assolvono pur sempre ad una funzione rappresentativa di orientamento, dalla quale non si può e non si deve prescindere. Ciò che dispiace è che i nostri giovani perdono spesso molte utili occasioni per inserirsi attivamente negli sforzi che, sul piano internazionale, si fanno per ~vvicinare ai valori di libertà e di democrazia i paesi di recente indipendenza, sforzi che trovano nel mondo giovanile uno dei cardini essenziali e che ben si inquadra in un'azione di avanguardia per la realizzazione della « nuova frontiera » kennediana. I giovani italiani potrebbero svolgere un ruolo del tutto particolare ed assai delicato nel contesto internazionale; chiunque abbia partecipato a riunioni, conferenze, seminari internazionali può esserne facilmente reso conto. Per esempio, i giovani dei paesi mussulmani del bacino del Mediterraneo e quelli di altri paesi africani avvicinano gli italiani con diffidenza assai minore di quella che nutrono verso i giovani di altri paesi, e l'importanza di questi contatti può essere assai rilevante qualora si rifletta che, per la carenza di classe dirigente di cui quei paesi soffrono, i giovani possono assai rapidamente divenire esponenti importanti dei governi dei loro stati. I tedeschi, inviando assai frequentemente missioni giovanili nei paesi dell'Africa e dell'Asia, e dotandole di cospicui mezzi, hanno mostrato di comprendere assai bene l'importan~a di questi contatti, pervenendo tuttavia a una strumentalizzazione delle forze giovanili, alla quale siamo evidentemente contrari. Sul piano europeo, poi, i giovani italiani si sono già trovati, e si troveranno ancor più domani, nella necessità di vigilare che le clausole del patto franco-tedesco relative alla gioventù (clausole che, come è noto, prevedono grandi stanziamenti di fondi ed organismi comuni, e 110 Biblioteca Gino Bianco

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