Nord e Sud - anno XII - n. 62 - febbraio 1965

Franco Masi famiglia, dell'istruzione professionale, della r.ealizzazione del pieno impiego, dell'emigrazione, delle migrazioni interne, del servizio militare, o di problemi di carattere patologico, come la delinquenza giovanile. I giovani sono parte della comunità nazionale ed in tale veste, oltre che specificamente come giovani, tali problemi li interessano ed essi ne considerano attentamente le possibili soluzioni nel quadro generale dello sviluppo del paese; la partecipazione che le associazioni giovanili chiedono alla politica dello .Stato nei confronti di questi grandi problemi ha quindi carattere diverso, ma non meno importante. Noi riteniamo che su questi punti gli organi dello Stato hanno il dovere e la convenienza di consultare le organizzazioni giovanili e di assicurarsene la collaborazione. Ricordiamo d'altronde come, durante il governo presieduto da Mendès-France, si sia tentato di dare in Francia una soluzione organica anche sul piano istituzionale a questo problema, e come, sia pure in forme diverse, l'attuale regime di quel paese la stia attuando. Per conseguire queste finalità è evidente, quindi, che si dovrà procedere a qualche modificazione di ·carattere strutturale. Già in passato si elaborarono diversi progetti per istituire un consiglio nazionale della gioventù, a livello rappresentativo, e, sul piano locale, in diversi comuni sono state realizzate delle consulte giovanili che hanno dato, per la verità, risultati assai diversi. Nel complesso possiamo ritenere questa esperienza ancora scarsamente indicativa, mentre c'è addirittura da dubitare che la semplice istituzione di un consiglio della gioventù sarebbe sufficiente a risolvere i problemi di una politica per la gioventù. Un simile organismo, anzi, dato il suo _carattere necessariamente pletorico, rischierebbe di complicare considerevolmente le cose, se dotato di reali poteri di elaborazione e realizzazione di iniziative per la gioventù; su di -esso le organizzazioni giovanili dei partiti politici avrebbero un peso eccessivo e comunque sproporzionato alla loro reale incidenza nel mondo giovanile, e si correrebbe il rischio di « partiticizzare » i problemi della gioventù, trasformando gradualmente il consiglio della gioventù in una sorta di « parlamentino ». Occorre sempre ricordare che non è possibile riprodurre meccanic.amente sul piano giovanile lo schema politico-partitico operante nel Paese : è un errore che, come anche diverse esperienze estere dimostrano, può costare caro. Se, infatti nel paese ci si avvale di un mezzo, che è rappresentato dalla consultazione elettorale, idoneo a ricondurre i diversi interessi nei quali si articola la vita dei cittadini. in una sintesi politica, ciò 106 Siblioteca Gino Bianco \

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