Nord e Sud - anno XII - n. 62 - febbraio 1965

La politica per la gioventìl in Italia sempre in vigore il decreto istitutivo del Commissariato, il Commissario non avrebbe dovuto assolutamente compiere atti di alienazione di beni immobili di proprietà dell'Ente); né intervennero mai documentate smentite che valessero a tranquillizzare quanti, con grande sgomento, assistevano alla demolizione di un patrimonio destinato alla gioventù. Tutto ciò interessa, tuttavia, forse più la storia del costume che i problemi della gioventù; ciò che importa in questa sede è soltanto di sottolineare il disordine, l'incuria che hanno presieduto all'interessamento dello Stato per la gioventù, cominciando da quel patrimonio che lo Stato democratico aveva ereditato da quello fascista, e che poteva rappresentare in se stesso uno strumento di politica democratica per . . . 1 g1ovan1. Appare quanto meno legittimo, in queste circostanze, il sospetto che tutto ciò corrispondesse ad un preciso intento delle organizzazioni cattoliche. Cosa è cambiato oggi? Nulla, almeno sul piano concreto; tuttavia, occorre obiettivamente registrare la presenza di alcuni sintomi che indicano la possibilità che a breve scadenza l'atteggiamento dei pubblici poteri nei confronti dei problemi della gioventù subisca qualche evoluzione. Del recentissimo intervento di Rumor abbiamo già detto; nel dicembrie 1963 il Presidente· del Consiglio Aldo Moro, presentando il suo Governo al Parlamento, si impegnò a risolvere organicamente questo problema 8 • Inoltre, l'atteggiamento delle organizzazioni cattoliche, almeno sul piano giovanile, sembra essere radicalmente mutato; difficile appare, per chi è estraneo alla dinamica del mondo cattolico, comprendere a fondo le cause di questo mutamento; ma non crediamo di allontanarci dal vero se additiamo una delle cause nella consapevolezza delle organizzazioni cattoliche che, proseguendo per la via esclusivistica intrapresa, esse avrebbero rischiato un isolamento dal resto della gioventù, che è evidentemente considerato pericoloso. B Nella seduta del 12 dicembre 1963, presentando il suo primo governo, Aldo Moro disse: « Ai giovani poi, e non solo nella scuola, il Governo rivolgerà tutto• il suo interessamento nel più assoluto rispetto delle libere iniziative assistenziali ed educative e lasciando ai giovani medesimi la maggiore presenza possibile nelle attività che ai giovani sono rivolte, con impegno dello Stato, in materia di educazione extra-scolastica, assistenza, lavoro, sport e tempo -libero. Il Governo ritiene possibile elaborare, con il concorso degli interessati, formule organizzative più organiche mediante le quali possa esplicarsi una politica della gioventù diretta a valorizzare l'associazionismo giovanile in quanto elen-iento fondamentale per la formazione democratica delle nuove generazioni». 103 BibliotecaGino Bianco

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