Nord e Sud - anno XII - n. 62 - febbraio 1965

Franco Masi studio di questo progetto e, nonostante la .messa in liquidazione dell'Ente, avvenuta nel 1947, si continuò una « ·normale amministrazione>> che non fu certo sinonimo di « buona amministrazione ». Da allora la storia di questo Ente è una penosa storia di commissari che si succedono e di interrogazioni al Parlamento alle quali si risponde sempre che è allo studio un progetto (che verrà presentato quanto prima, come dichiarò Andreotti nel novembre 1948). È una penosa storia di personale pagato male ed in ritardo, di beni ceduti, venduti (e spesso venduti n1ale) per sostenere le spese di normale amministrazione; è la penosa storia di un patrimonio che si riduce progressivamente 7 • Particolarmente criticata è stata la gestione del Commissario Giovanni Elkan, deputato della Democrazia Cristiana, che fu l'iniziatore di quella prassi per cui tutte le colonie estive venivano cedute in blocco alla Pontificia Opera di Assistenza con personale pagato dalla G.I.; a lui inoltre si attribuiscono anche le più discutibili vendite di campi sportivi e fabbricati, l'affitto di sale di proiezione ad enti religiosi per canoni simbolici, l'affitto dell'Accademia del Foro Italico ad una società privata presieduta (vedi caso) dal prof. Gedda, che l'adibì ad albergo per l'Anno Santo. Si tratta di casi tutti conosciuti e risaputi, resi pubblici a suo tempo con molto maggiore dovizia di particolari, insieme ad altri non meno scandalosi (soprattutto se si pensa cl1e, essendo 7 Non è qui il caso di entrare nei particolari relativi ai decreti emanati a più riprese per sanare le insufficienze finanziarie del Commissariato della G.I., né in quelli relativi alle vendite e alle cessioni effettuate a condizioni spesso incredibilmente vantaggiose per gli acquirenti o gli affittuari; riviste e pubblicazioni varie, già alcuni anni fa, fornirono dettagliati ele11chi di queste operazioni finanziarie, che non furono mai smentiti da nessuno, e che sono la più eloquente dimostrazione del clima imperante nel Commissariato della G.I. negli anni 1950/60. Si tenga presente, tuttavia, che il patrimonio della ex-G.I.L. ammontava ancora, secondo una pn1dente valutazione, nel 1955, a beni immobili costituiti da 296 ex case della G.I.L., 310 colonie, 359 palestre, 68 campi sportivi, 57 cinematografi, 114 edifici vari, 174 terreni vari; è assai difficile dire quanto oggi sia rimasto di tutto ciò, ma soltanto a Roma la ex-G.I.L. possiede, tra l'altro, il complesso del Foro Italico ed i collegi di Monte Mario e Monte Sacro (affittati per canoni simbolici all'Opera Don Guanella e all'Opera Don Orione). Non si pensi d'altronde che il Parlamento non abbia mai avuto modo di occuparsi del problema; ancora nel 1956 il senatore ZanottiBianco presentò una interpellanza nella quale erano mossi appunti assai severi alle ge~tioni dei Commissari Elkan e Paganelli; il 10 luglio 1957, poi, la Ca1nera dei Deputati approvò un ordine del giorno, presentato dalla on. Viviani, che invitava il Governo a non rinnovare la convenzione tra il Commissariato della G.I. e la P.O.A. per l'assegnazione in uso di gran parte del patrimonio, di locali, di attrezzature e persone appartenenti ai beni dell'ex-G.I.L., e impegnava il Governo a presentare un disegno di legge per la definitiva sistemazio11e dei· beni stessi. Erano trascorsi 14 anni da quando il Governo Badoglio aveva già disposto la « definitiva sistemazione dei beni», ma ne passeranno ancora sette senza che si faccia nulla. 102 Biblioteca Gino Sia.neo

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