La politica per la gioventìt in Italia che, per diverse ragioni, non trovano e non possono trovare la loro soluzione nell'ambito scolastico ed in quello familiare, noi ci riferiamo quando parliamo di « politica per la gioventù »; e si tratta di problemi difficili, la cui soluzione va ricercata con la collaborazione dei giovani stessi, cui oggi le modificazioni strutturali della società danno responsabilità e peso sempre maggiori. Esistono varie spiegazioni di questo innegabile ritardo nell'affrontare in maniera organica i problemi della gioventu nel nostro paese; una spiegazione data da molti consiste nella constatazione che gli aspetti patologici dei problemi giovanili che tanto colpiscono la pubblica opinione non sarebbero ancora così inquietanti da noi come in altri paesi. Ma si tratta di una spiegazione poco convincente, anche perché si fonda su una realtà più apparente che sostanziale. Ben altre sono le vere spiegazioni. Innanzi tutto vi è una ragione di carattere storico, che ha avuto sino ad oggi un rilievo particolarissimo, e che consiste nella diffidenza che tutte le organizzazioni di giovani o per i giovani nutrono nei confronti di qualsiasi possibile intervento dello Stato, che onsiderano potenzialmente lesivo della loro autonomia. Questo atteggiamento è dovuto alla esperienza, non ancora dimenticata, dell'inquadramento operato durante il periodo fascista nella G.I.L. 2 • Questo stato d'animo, che potrebbe essere definito quasi istintivo e che si può riscontrare ai livelli più diversi, è stato abilmente utilizzato in funzione di un concreto interesse delle forze cattoliche a non stimolare l'intervento del pubblico potere in un settore che veniva da esse progressivamente n1onopolizzato. Nel vuoto creatosi nel settore giovanile dopo la guerra, i cattolici si sono, infatti, inseriti con grande dinamismo e, non appena si è esaurito l'apporto originale delle generazioni di ispirazione laica, ancora condizionate, seppure di riflesso, dall'esperienza della Resi tenza (e eh , co111unque, hanno avuto rilievo considerevole quasi esclusivamente a livello politico ed universitario), nel campo giovanile sono rimasti soltanto i cattolici, in tutta la varietà delle loro espressioni: dai boys-scoitts alla Gioventù di Azione Cattolica, dalla F.U.C.I. al Centro Sportivo, dalle colonie estive della P.O.A. all'immensa rete delle organizzazioni parrocchiali per ragazzi, per nop. 2 La G.I.L. (Gioventù Italiana del Littorio) fu istituita il 29 ottobre 1937: in essa si fusero l'Opera Nazionale Balilla, i Fasci Giovanili di Combattimento e le altre organizzazioni giovanili fasciste preesistenti. Tutta la gioventù italiana era inquadrata obbligatoriamente nella G.I.L., che dipendeva direttamente dal Segretario del P.N.F. (Partito Fascista); tutte le altre organizzazioni giovanili, anche quelle cattoliche, erano state soppresse in precedenza, salvo quelle direttamente dipendenti dall'Azione Cattolica, le cui funzioni erano, però, limitate al piano strettamente religioso. 99 B1blioteca Gino Bianco
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