Nord e Sud - anno XII - n. 62 - febbraio 1965

La politica per la gioventù in Italia di Franco Masi ARGOMENTI Non è passato inosservato quel tratto della relazione di Mariano Rumor al IX Congresso della Democrazia Cristiana, nel quale il Segretario del partito di maggioranza ha affrontato in termini abbastanza precisi il proble1na della politica per la gio·ventù; tanto che questo tema è stato poi ripreso anche da altri oratori 1 • Si tratta in realtà dell'ultimo esempio di un crescente interessamento di persone che rivestono importanti funzioni pubbliche per i problemi dei giovani e di un superamento della diffidenza con la quale il termine « politica per la gioventù » era considerato. In effetti, fino ad oggi, in Italia, soprattutto negli ambienti laici, la sostanza che quella espressione ·verbale racchiude è stata completamente ignorata; molti sono convinti che i problemi dei giovani siano quasi esclusivamente problemi scolastici, ed il discorso sulla gioventù diventa subito per costoro un discorso sui problemi della scuola, sulla sua necessaria riforma, sulle sue strutture inadeguate. E, certo, non saremo noi a negare che alla scuola e ai suoi, problemi si riconnettono le esigenze più basilari della gioventù e della sua educazione; ma ciò non toglie che esista una vasta gamma di problemi, definiti qualche volta anche di « educazione extra-scolastica», che, dall'ambito della scuola propriamente detta, restano esclusi. A questi problemi, ed in genere a tutti i problemi della gioventù 1 Mariano Rumor ha detto al Congresso della D.C. testualmente: « Le nuove generazioni dimostrano estrema cautela di froi:ite agli impegni d'ordine civile, mostrano una tendenza a diffidare delle ideologie che reputano espressioni di arcaica e confusa retorica. Il loro stesso associazionismo non segue le costanti che animarono l'entusiasmo dei movimenti giovanili nel dopo-guerra. Non possiamo ignorare la propensione della gioventù verso le cose concrete. Per i giovani bisogna innanzi tutto procedere al riconoscimento non platonico dell'associazionismo giovanile, inserire in una visione dinamica della società la presenza di movimenti sia politici che· studenteschi, religiosi, educativi, sindacali, ricreativi. Dovremo perciò una buona volta affrontare i problemi tipicamente giovanili che concernono la cultura, il tempo libero, lo sport, il turismo, l'orientamento e l'addestramento professionale, la tutela del lavoro giovanile. Sono problemi che non vannQ affrontati con il criterio del caso per caso, ma collocandoli nel qu~dro di una politica globale, capace di raccordare la politica per la gioventù a quella scolastica, a quella del lavoro, a quella dello sport, a quella della cultura». 98 Biblioteca Gino Bianco

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