Nord e Sud - anno XII - n. 61 - gennaio 1965

P.C.I., integralisti e innovatori Il danno eh-e sarebbe venuto al PCI da una canonizzazione della « memoria » che avesse rigidamente vincolato il partito in una particolare direzione sarebbe stato, inoltre, tanto maggiore in quanto lo scritto di Togliatti era singolarmente povero di idee. In margine ad un contrasto storico di proporzioni inapprezzabili come quello tra russi e cinesi, che investe l'ideologia e la prassi del co·munismo e condiziona gli stati e i partiti di due tra i maggiori paesi del mondo, la « memo,ria » non sa suggerire di 1neglio che una linea di attesa, un m·etodo di discussione continua, una prospettiva unitaria di cui viene affermata la necessìtà ma non si sanno indicare modi concreti di realizzazione. Di più, profondamente co·ntraddittorio è il rico,noscimento dei successi della politica kruscioviana di coesistenza pacifica e di distensione, riconoscimento spinto fino al punto da vedere in quei successi « delle vere e importanti vittorie conseguite contro i cinesi », e, dall'altra parte, il giudizio accesamente e convenzionalmente negativo pronunciato sulle prospettive di evoluzione del mondo occidentale e delle sue linee di politica internazionale: quasi che i successi della distensione non avessero richiesto l'incontro di due volontà e no•n impegnassero il mondo occidentale, su molti problemi, anche per i prossimi anni; o· quasi che, come nessuno può negare, almeno fino a qualche mese fa non si fosse delineato sui problemi della pace un fronte comune russo-americano assai più concreto del fronte unitario comunista vagheggiato nella « memoria » e la Cina non si fosse dimostrata, per un quinquennio e più, la vera nemica, nonché della pace, della distensione. Dei problemi italiani o, meglio, di quelli del PCI nella « memoria » non si parla, perché essa si interrompe appunto là dove ne sarebbe dovuta cominciare la discussione. Vi sono, però, due punti assai importanti e sono quelli che, anche senza il completamento della « 1nemoria », avrebbero potuto vincolare il PCI in maniera perentoria ad una certa prassi e a determinate interpretazioni. Il primo di essi s11ona letteralmente così: « Abbiamo nel partito e ai suoi margini qualche gruppetto di compagni e simpatizzanti che inclinano verso le posizio,ni cinesi e le difendo•no. Qualche men1bro del partito ha do1 vuto essere cacciato dalle nostre file perché responsabile di atti di frazionismo e di indisciplina. In generale però noi conduciamo su tutti i temi della polemi~a con i cinesi ampie discussioni nelle assemblee di cellula e di sezione e negli attivi cittadini. Il maggior successo lo si ha sempre quando si passa dall'esame dei temi generali (carattere dell'imperialismo- e dello Stato, forze motrici della rivoluzione, ecc.) alle questioni concrete· della nostra politica corrente (lotta contro il governo, critica del partito socialista, unità sindacale, scioperi, ecc.). Su questi temi la polemica dei 7 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==