Nord e Sud - anno XII - n. 61 - gennaio 1965

Ir1sediamenti residenziali e politica di piano Se si vuole evitare che perduri questo sistema, biso,gna anzitutto che l'acquirente di una casa paghi al proprietario del suolo soltanto il prezzo del suolo, cioè un prezzo che no·n può essere altro che la capitalizzazio·ne del suo reddito effettivo. Ma, stabilito questo, resta ancora da definire cl1i, tra l'acquirente della casa, la comunità locale e la comunità nazionale, deve poi pagare le spese di urbanizzazione locale e generale. Tutte le recenti proposte di legge urbanistica (da quella di Sullo, a quelle di rieraccini, fino all'ultima, di Mancini) danno· a questa domanda una risposta univoca: l'acquirente della casa deve pagare le opere di urbanizzazione locale, la comunità locale e la comunità nazionale insieme devono· pagare le opere di urbanizzazione generale esterna. A noi sembra che una proposta di questo tipo non sia affatto soddisfacente. Non si comprende, infatti, ad esempio, perché la comunità nazionale debba contribuire alla localizzazione di nuovi insediamenti residenziali in zone già caratterizzate da fenomeni di co·ngestione dei traffici e dall'assenza di strutture produttive prop-orzionate alla dimensione demografica già raggiunta. E viceversa, non si comprende perché la comunità nazionale non debba intervenire in misura differente, e maggiore, in quelle altre zone dove sia opportuno, agli effetti del rie·quilibramento del sistema urbano del nostro paese incentivare gli insediamenti sia produttivi che residenziali. Scendendo sul terreno delle esemplificazioni, si può dire che non appare molto ragionevole che la comunità nazionale contribuisca in ugual misura ai nuo·vi insediamenti residenziali di Roma e di Latina, quando· nel primo caso si tratta di incrementare un fenomeno certamente negativo qual'è l'accrescimento di Roma e nel secondo caso un fenomeno oertamente positivo quale è lo sviluppo di una città che è il capoluogo della più grande pianura tirrenica ancora disponibile per lo sviluppo del paese. Si deve perciò porre il problema di una politica degli incentivi p·ubblici statali anche per l'edilizia residenziale, sia p·ubblica che privata. Il contributo della comunità nazionale alla creazio·ne dei nuovi insediamenti residenziali deve essere, cioè, 1nesso in relazione con i vantaggi che la comunità nazionale può acquisire nei vari casi sul piano degli . obiettivi della politica di sviluppo. Questo contributo dovrà quindi essere compreso tra il valore di zero e una cifra massima che può corrispondere alla differenza tra il costo globale .dell'insediam-ento e quella p·arte di esso che viene ad essere sostenuto dalla comunità lo-cale; in questa circostanza di massimo contributo pubblico, da realizzare solo nei casi di massima necessità d'incentivazione per l'interesse nazionale, evidentemente si riduce a zero il contributo per· l'acquisto del suolo e 81 Bibliotecaginobianco

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