Nord e Sud - anno XII - n. 61 - gennaio 1965

... ... Giornale a più voci vita in fabbrica, e che fanno da sostrato all'urbanistica, l'esigenza primaria è quella di strutturare ex novo i titoli accademici e i piani di studio. E la _ Commissione aveva affermato- a chiare lettere che, dal presupposto dell'istituzione di tre diversi titoli (diploma, laurea, dottorato di ricerca), non si possono scindere le riforme dei piani di studio, né i problemi della distinzione fra insegnamenti fondamentali e complementari, dell'istituzione dei dipartimenti, dell'adempimento dei doveri accademici da parte dei docenti, della sistemazione dei ruoli degli assistenti. Si poneva, inoltre, la questione dell'attuale organizzazione dei concorsi per professori di ruolo, poiché oggi come oggi si conoscono già con diversi mesi cli anticipo le teme vincenti; si suggeriva l'abolizione dell'istituto della libera docenza, la cui funzione precipua è ormai generalmente ridotta a consentire a medici e avvocati di .fregiarsi del titolo di professore, legittimando, così, i rialzi delle parcelle; si tratteggiavano, infine, le linee di riforma delle diverse facoltà presupponendo l'adeguamento del personale docente alle nuove esigenze dell'Università, anche mediante l'istituzione dei ruoli dei professori aggregati. Si trattava di una serie di problemi più o meno ben selezionati e di soluzioni concretamente prospettate, cui ora fa riscontro, nella Relazione Gui, una desolante povertà di idee e, quel che più conta, una scarsa considerazione dei suggerimenti che la Commissione aveva fornito. La proposta introduzione dei tre livelli accademici che costituiva - come si è detto - il fondamento su cui poggiano i successivi progetti di riforma apprestati dalla Commissione, viene liquidata con l'affermazione che essa, comportando, se e quando attuata, mo,difiche profonde delle strutture universitarie esistenti, sembra richiedere un ulteriore approfondimento delle conseguenze che potrebbe provocare. In realtà, gli intendimenti della Commissio.ne erano esattamente quelli di provocare modifiche profonde; quanto alle conseguenze, va dato atto alla Commissione di averne chiaramente illustrato i termini. Del resto, non si tratta certo di una innovazione rivoluzionaria, ove si consideri che la differenziazione dei titoli accademici è da tempo una consuetudine in tutti i paesi più progrediti. Neanche una parola viene poi spesa, nella Relazione Gui, intorno allo specifico problema dell'assurda distinzione fra insegnamenti fondamentali e complementari nell'ambito dei singoli corsi di laurea; il cl1e è tanto più grave, quanto più evidenti sono i legami che connettono tale questione al rinnovamento globale delle logore strutture universitarie, da effettuarsi mediante lo sviluppo degli Istituti « policattedra » e l'istituzione dei Dipartimenti, i quali, negli intendimenti della Commissione, dovrebbero costituire d-elle ben distinte unità didattico-scientifiche all'interno delle varie facoltà. La proposta abolizione della libera docenza, ovviamente improrogabile ove si attuasse la triplice distinzione dei livelli_accademici, aveva già ottenuto parere negativo da parte del C.N.E.L.; .p·er conseguenza, come era prevedibile, nella Relazione Gui non se ne fa ulteriore menzione. Né miglior sorte è toccata a diversi altri progetti elaborati dalla Commissione d'indagine. Si riconosce, in verità, che presentino particolare 11rg~nza le riforme dei piani 47 Bi~liotecag_inobianco

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