Note della Red.azione - avvio a iniziative complementari (come la collana di libri che si intitola: «L'Acropoli>> e che è diretta da Giuseppe Galasso); alla« Ford Foundation », che ci ha fornito i mezzi per creare a fianco della rivista il centro-studi; agli amici che sono stati con noi negli anni passati e che poi sono passati ad altre funzioni nel giornalismo politico italiano di parte democratica e negli istituti della politica meridionalista (e in particolare a Nella Ajello ·ed a Giuseppe Ciranna che sono stati redattori-capo di « Nord e Sud»). E c'è anche chi non è più con noi fisicamente, 111alo è più che mai spiritualmente: anche per questo nel non1e di Renato Giordano e di Vittorio de Caprariis iniziamo l'undecimo anno. L' «entourage>> del Presidente Le virtù di Segni, come tipo ideale di Presidente della Repubblica, sono state celebrate dai giornali moderati senza econo1nia di aggettivi. E tutti coloro cfze le hanno celebrate hanno naturaln1ente giocato sulla contrapposizione fra Granchi e Segni. Di Granchi si era già detto, ad ogni occasione, tutto il male possibile; di Segni si doveva dire tutto il bene possibile: e, per poterlo dire, tanto valeva riesumare te 1nalefatte addebitate a Granchi~ . per contrapporle alle benemerenze di Segni. Ma c'è un aspetto dell'azione presidenziale - un aspetto magari minore - per il quale non si potrebbe dire che Segrzi sia stato meno invadente di Granchi: la pressione sul governo per l'assegnazione di determinate cariche pubbliche, o semi-pubbliche, a uomini del proprio, entourage. Certo l'invadenza di Granchi era più scoperta e anche più rozza. Di lui si ricorda, per esempio, il caso della Società per l'Autostrada del Sole. I giornali avevano annunciato che a presiedere questo nuovo ente sarebbe stato chiamato l'ing. Antonio Orlandi, il più autorevole esperto di cui le aziende dell'IRI potessero disporre per le costruzioni stradali; e che all'Orlandi sarebbe stato affiancato, come direttore generale, Renato Barendson, il quale, in vista di questa designazione a più alto incarico, era stato già sollecitato a dimettersi da direttore dell'Autostrada Napoli-Salerno. Ma quando tutto sembrava già _predisposto, intervenne un colpo di scena: un contrattempo rinviò la firma di contratti che erano stati già negoziati e, nelle more ai questo rinvio, non si parlò più di Orlandi e di Barendson, ma fu designato, sia come amministratore delegato che come direttore generale, l'ing. Fedele Cova, già amministratore delegato della Cementir (quella società un cui stab,ilimento di Bagnoli emana lo smog che copre Posillipo ed i cui dirigenti, invece di provvedere ai filtri per eliminare lo smog, vorrebbero erigere un silos a Nisida). Ma Cova era soprattutto il cognato del Presidente della Repubblica. E, naturalmente, né Granchi ha pensato che, proprio in quanto. suo cognato, il Cova, quali che fossero· i suoi titoli ed i suoi meriti, non poteva essere designato a nuovi e più· alti inc_arichi,· né /il Cova ha pensato 40 Bibliotecaginobianco I • \
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