Nord e Sud - anno XII - n. 61 - gennaio 1965

Rosellina Ba-lbi fatto (come rileva anche Hoffmann) che questa preoccupazione e questa cura debba110 essere oggi abbandonate. Diremo, anzi, che esse non sono mai state tanto necessarie: il solo modo di superare il conflitto tra società e individuo, è di fare in modo che l'interesse della prima coincida con l'interesse del secondo. Sia dunque lecito sperare · che l'Europa proponga, in un futuro più o meno prossimo, il modello di una società in cui la parola « massa » significhi soltanto « comunità di uomini », e il livellamento non consista nel trionfo del mediocre, bensì nella coscienza, da parte di tutti gli uomini, di una comune dignità e di una comune responsabilità; in cui ciascuno si impegni, proiettandosi nel futuro, a perfezionare incessantemente la condizione comune, nella consapevolezza che, di fronte alla natura dinamica della realtà umana, sarebbe cosa vana ricorrere alla rigidezza di una dottrina sistematica. Creare le premesse di questo « modello europeo »; gettare le basi di questa coscienza; porre gli uomini davanti al loro divenire; impegnarli a un'esistenza che debba (e soprattutto che voglia) crescere nella libertà: è questo un compito che val bene la pena di assumersi. Un'utopja? Come ha detto Hofmannstahl, « il necessario è sempre possibile ». ROSELLINA BALBI 36 Bibliotecaginobianco fj

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==