Il silenzio dell'Europa Anche il crollo di certi miti presenta dei lati positivi. Esso infatti sgombra la strada da molti e inutili ostacoli dogmatici (a motivo dei quali, si finiva spesso per forzare la realtà sulla misura dei propri preconce.tti), facilitando così la ricerca e l'individuazione di quei compiti che l'èra nucleare ci propone con urgenza. Non più condizionati da formùle cristallizzate, potremo procedere con maggiore speditezza; non più limitato da paraocchi, il nostro sguardo potrà spaziare più liberamente e più lontano, verso « nuove frontiere». Non tutti i valori, del resto, si debbono considerare perduti. Anche nei periodi più oscuri di dissolvimento, e nelle più diverse parti del mondo, certi valori essenziali sono sempre emersi nella loro integrità, dimostrando così di costituire una insopprimibile esigenza dell'uomo. N·on a caso - citiamo ancora una volta Eric Kahler - « a dispetto di tutti gli alti e bassi, di tutti gli scismi, i conflitti e gli antagonismi, è possibile riscontrare un disegno fondamentalmente analogo negli insegnamenti cinesi e indù, nello Stoa, nel giudaismo e nel Cristianesimo originario e nelle loro espressioni secolari, le teorie dell'età della ragione e del socialismo ». E non a caso i regimi tirannici hanno finito sempre per essere travolti. C'è dunque nell'uomo una « fondamentale coerenza »; esistono dei punti fermi, riferendosi ai quali egli potrà raggiungere un equilibrio nuovo, attraverso un processo che non significherà la dissoluzione, ma, al contrario, il rinvigorimento della persona umana. Non è azzardato affermare che le prospettive dell'uomo sono suscettibili di allargarsi in misura oggi, forse, ancora imprevedibile. Perché questo avvenga, tuttavia, è necessario, da parte dell'uomo stesso, un impegno consapevole; il progresso morale dell'umanità non costituisce infatti una necessità storica e non obbedisce alle leggi dell'automatismo. Ancora e sempre, è una questione di scelta. Alla luce di quanto si è detto, anche la prospettiva europea acquista una splendida molteplicità di significati. A parte il fatto che la funzione dell'Europa nei confronti del terzo mondo è insostituibile (anche perché - come accennavamo prima - la condizione storica di quei paesi impone con particolare evidenza la necessi_tà della po1itica come ideale e come strumento di lotta, onde le esperienze europee in ques_to senso hanno un valore inestimabile); a parte il ruolo -determinante clie un'Europa unificata può svolgere in difesa, non dirymo semplicemente della pace, ma della sopravvivenza stessa· del genere umano, bisogna anche guardare con fiducia alla possibilità di un originale « modello europeo ». Se è vero che « la preoccupazione europea di difendere l'individuo contro le pressioni sociali, e la cura di preservare il prestigio intellettuale erano legati all'epoca aristocratica », ciò no1?-significa af35 . Bibliotecaginobianco
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