Nord e Sud - anno XII - n. 61 - gennaio 1965

Rosellina Balbi di interpretarla: onde lo sviluppo delle scienze sociali, e particolarmente di quella scuola che, sulla scia weberiana, :rifugg'e da qualsiasi implicazione passio-nale e valutativa nei confronti della realtà (mentre, come è stato rilevato, la sociologia, oltre ad essere « descrittiva » e « interpre1 tativa », può essere anche « scienza della partecipazione », e proporsi, \ quindi, finalità riformatrici. Senza dire che lo stesso Weber - lo ha · \sottolineato Alessandro Cavalli, in un articolo sui « Quaderni di socio1 logia » - in tanto rivendica l'esclusione dei giudizi di valore dalla scienza, in quanto ritiene che lo scienziato debba affrontare a viso- aperto le proprie responsabilità civili, senza mascherare le proprie opinioni politiche sotto il comodo mantello della scientificità; onde è probabile che la tesi del disimpegno dell'uomo, in nome dell'impegno dello scienziato, non lo avrebbe trovato consenziente). Come si diceva, dunque, l'assenza di conflitti fondamentali, negli Stati Uniti, non è necessariamente legata allo svilupparsi della società t opulenta; ché, anzi, secondo Daniel Bell, il comportamento degli americani sarebbe meno conformista oggi di quanto non lo sia stato nel corso degli ultimi cinquant'anni (e, comunque, il conformismo è stato considerato come un aspetto fondamentale della vita americana già da Tocqueville, da Harriet Martineau e da quegli europei che visitarono gli Stati Uniti nel secolo XIX). D'altronde, proprio nel 1964 è esploso negli Stati Uniti un appassionato conflitto di opinioni: il quale verteva, si badi, sull'unico tema che non rientra nello schema ideologico ormai comunemente accettato, e cioè sul tema dei rapporti inter-razziali. E in questa occasione si è visto come lo scontro politico, oltrepassando per una volta i consueti termini di un dibattito tecnico-amministrativo, abbia no11 soltanto turbato e acceso il paese, ma abbia anche stabilito una nettissima linea di demarcazio-ne tra i due schieramenti politici rivali; talché l'affermazione del professor Lipset, secondo cui «i problemi ideologici che dividono la sinistra dalla destra [sono] stati ridotti al problema di un poco più o un poco meno di proprietà statale e di pianificazione economica », si è rivelata, almeno in questa circostanza, inesatta. Non tutti i problemi dell'uomo si possono ridurre, dunque, ad una questione di « adattamento ». Forse, anzi, si potrebbe arrivare a dire che è stato proprio l'avvento della affluent society, accentuando certi aspetti negativi del « modello ~mericano », a imporre la ne·cessità (come osserva Domenach) di una inversione di rotta; onde la crisi dei « diritti politici » può essere stata per molti rispetti salutare. Se dunque finanche in America, malgrado la monolitica american way of life e malgrado la società dei benessere (ma è poi vero che la spinta in senso egualitario di questo tipo. di società sia automatica?), 32 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==