Il silenzio dell'Europa l'impegno civile degli americani era molto diverso da quello degli europei. Gli americani so,no sempre stati d'accordo tra loro sui principi fondamentali: « il nostro destino come nazione », ha scritto Richard Hofstadter, « è di non avere ideologie, ma di esserne una ». Non è senza significato il fatto eh-e le differenze programmatiche tra i due grandi partiti' americani siano state sempre limitate e secondarie, e che la scelta politica, da parte dei cittadini, sia stata generalmente dettata da considerazioni di ordine amministrativo. Tanto le distinzioni di classe, quanto )e divergenze politiche hanno costantemente avuto un carattere locale e soprattutto non definitivo (già Tocqueville rilevava che l'instabilità sociale e politica si limita, negli Stati Uniti, a « toccare le leggi secondarie », laddove in Francia essa incide « sui principi generatori delle leggi » ). Il pluralismo - cl1e poi è la caratteristica principale della società americana - si è dunque sviluppato sulla base di un generale consenso sui principi: consenso tanto più autentico e radicato, quanto più inespresso. Giustamente s'è detto che l'« approccio tecnico » degli americani è quello di uomini che si interessano ai mezzi percl1é i fini non sono messi in discussione. Scrive Jean-Marie Domenach: « L'America del Nord è derivata dal dal nostro continente; si è separata dal nostro spirito nel diciottesimo secolo; è stata semplicemente sfiorata dalle contraddizioni del diciannovesimo e dalle rivoluzioni del ventesi1no. Essa ha conservato la nostra infanzia. I suoi fondatori ebbero il convincimento di installare l'utopia su una terra vergine, e in larga misura hanno conseguito lo scopo. Ecco ciò che ci sconcerta, e che talvolta ci irrita: laggiù, l'uto-pia non è in grado di assolvere quella funzione di conforto, alla qu~le ci siamo vergognosamente avvezzati. Gli Stati Uniti sono una terra senza appello ». Vera in tutto o in parte, questa opinione è largamente diffusa in America. Ciò spiega, tra l'altro, perché il kennedismo abbia trovato, vivo Kennedy, sostenitori molto più numerosi, e molto più entusiasti, in Europa, di quanti non ne abbia trovati negli Stati Uniti; e perché, mortu Kennedy, esso si possa per il momento considerare praticamente scomparso dalla vita americana (almeno per quanto riguarda la sua sostanza, e cioè la carica creativa e rivoluzionaria che possedeva). E ciò spiega anche l'atteggiamento dell'intellettuale americ~no, così diverso (come accennavamo più sopra) da quello dell'intellettuale europeo: « Se l'intellettuale americano », scrive ancora Domenach, « è solitamente un ausiliario dell'ordine stabilito, ciò si deve al fatto che egli non può erigersi a giudice senza rinnegare se stesso ». Perciò, trovandosi nell'impossibilità morale di criticare la società di cui fanno parte, gli uomini di cultura a1nericani si sono impegnati in gran numero nel tentativo 31 Bibliotecaginobia~co
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