Giuseppe Galasso getttato un grosso sasso nella piccionaia e su di essa converrà ritornare, come possibile avvio ad uno degli sviluppi più ·originali e impor- . tanti di cui, realizzandosi esso in un determinato mo,do, la società italiana di oggi sia suscettibile. Intanto, però, è necessario fare qualche osservazione che scaturisce dai fatti. Abbiamo già detto che il dibattito aperto da «·Rinascita» (e nel quale sono intervenuti, in senso opposto ad Amendola, prima Ledda, poi Secchia e poi lo stesso Longo) non era stato cì1iesto da Amendola. Esso si presentava come uno sforzo della nuova segreteria del partito di trovare una piattaforma di rilancio politico quanto mai necessaria data l'incapacità, che appare congenita, di Longo a dare al partito una leadership ricca di tutte le risorse della tattica e della strategia togliattiana e di cui il PCI ha assolutamente bisogno. La sortita di Amendola ha rapidamente mutato il ca'rattere del dibattito, che è stato immediatamente utilizzato dai suoi avversari per spingere lui e i suoi fautori alle corde con la pretestuosa ed evidentemente infondata interpretazione ~< liquidatoria » data al suo intervento. L'on. Longo ha probabilmente visto in ciò l'occasione per dare alla sua segreteria, con la dialettica moderatamente ~viluppatasi intorno all'iniziativa Amendola, l'uhi_ consistam di cui andava in cerca. È sintomatico che egli sia intervenuto nel dibattito di «Rinascita» proprio all'indom.ani (19 dicembre) del Comitato Centrale; ed ancora più sintomatico è il fatto che il numero successivo di «Rinascita» (26 dicembre) abbia riesumato e pubblicato in larghi squarci il discorso tenuto da Longo nientemeno che al V Congresso del PCI (dicembre 1945 - gennaio 1946). In tal modo l'iniziativa unitaria di Amendola, di chiara ispirazione democratica e internazionale, dovrebbe essere soppiantata da una interpretazione autentica e ufficiale,. ma che in realtà è una scolastica versione di vecchi schemi frontisti e nazionali, e intorno al nuovo leader si creerebbe una di quelle «paternità» o « primogeniture storiche», che sono così care al cerimoniale e alla mitologia del deteriore e più vieto comunismo. Sembra finora che l'operazion·e Longo sia riuscita e che nel PCI si sia determinata un~ provvisoria stabilità sull'asse « politici » - « sinistra >>. - segreteria Longo - possibilismo alla Pajetta. Più difficile è ca.pire perché Amendola abbia scelto, per un passo così importante, questo momento e questa forma. Si ricordi, però, che, nella ripartizione delle cariche del PCI all'indomani della scomparsa di Togliatti, egli fu sacrificato non solo a Longo, ma anche ad Ingrao, ad Alicata e a Pajetta. In seguito, è riuscito a tenere,.al Comitato Centrale la relazione ufficiale del partito, sulla politica interna ma (cfr. Marco Cesarini sul « Mondo » del 29 dicembre) p~re che la sua relazione sia 24 Bibliotecaginobianco •
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