Nord e Sud - anno XII - n. 61 - gennaio 1965

P.C.l., integralisti e innovatori processi economici e sociali allo stretto quadro nazionale, che permettesse, al momento opportuno, l'avvento del PCI e il monopolio comunista del potere senza automatiche complicazioni, o tutt'al più con brevi e limitate tensio-ni internazionali -e che, intanto•, lasciasse spontaneità e rapidità di svolgimento all'evoluzione negativa e finalmente alla crisi di un siste1na come quello italiano, ritenuto privo di ogni suscettibilità di promozione ad -equilibri sociali ed economici più moderni (come, dal più al meno, la superstite Europa capitalistica postbellica) ed energicamente sospinto, del resto, su tale strada dall'azione di pressione e d'assedio e dalla secessione politica e sociale promossa e organizzata dal PCI. In quarto luogo, la rinunzia ad azioni insurrezionali vere e proprie (salvo che non lo avessero richiesto, in determinate circostanze, gli interessi del comunismo internazionale) e l'impegno a muoversi, senza scadenze prefissate, nel quadro della costituzione italiana, ma, in compenso, una struttura accentrata e burocratica del partito che ne consentisse la piena manovrabilità e il pieno controllo. Era questa la complessa e, nello stesso tempo, lineare sostanza strategica e tattica della « via italiana » ed è chiaro il logorio che essa ha finito col subire durante l'ultìmo ventennio: con la scissione socialdemocratica e l'estromissione dei comunisti dal governo nel 1947; con il 18 aprile e la saggia politica degasperiana di riformismo (per quanto estremamente cauto) e di incontro con altri partiti democratici; con la scissione della CGIL, con la firma del Patto Atlantico, col grande esodo migratorio post-bellico, con la ricostruzione prima e il « miracolo economico » poi, con la CECA e il MEC, con la distensione e il centro-sinistra, con il disgelo e la destalinizzazio-ne, con la frattura tra comunismo russo e con1unismo cinese; co-n il carattere paralizzante che a lunga scadenza l'impegno di rispetto della Costituzione veniva ad assumere, con le conseguenze che ne derivavano all'interno del partito e con la progressiva trasformazione di quest'ultimo. Infine, l'insperato, anche se comprensibile, successo alle elezioni del 1963, la inversione del lungo ciclo positivo della nostra economia e il forte condizionamento moderato del centro-sinistra avevano momentaneamente rafforzato e rilanciato le posizio-ni togliattiane; e ci è già accaduto di giudicare che, nell'estate scorsa, la « presa » di Togliatti sul partito era in uno dei suoi momenti migliori. Ma, specialmente dopo il 1960, l'irrigidirsi delle differenziazioni interne del PCI era stato alquanto pronunciato e se ne ebbe un saggio alla conferenza organizzativa di Napoli del marzo scorso. Naturalmente, il leader era tale e in tale posizione da conservare facilmente il dominio della situazione; e così fu. E, d'altra parte, potevano i comunisti italiani nel 1944, o nel 1956, o 21 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==