Nord e Sud - anno XII - n. 61 - gennaio 1965

P.C.I., integralisti e innovatori criteri di una moderna tecnica organizzativa e di una scaltrita e spregiudicata demagogia, una serie di grandissime clientele elettorali: clientele sindacali, cooperativistiche, intellettuali e così via. Questi uomini non hanno fatto e non faranno la rivoluzione, ma ciò è poco importante. Decisivo è, invece, il fatto che essi non abbiano chiarito a se stessi se la rivoluzione biso,gna farla o meno. Sono stati tirati sù nella convinzion.e che c'è una « via italiana » al socialismo, o comunismo che sia; ed essi percorrono questa via, che poi è quella della loro azione 11ella società italiana (azione in gran parte resa obbligata dalla congiuntura storica), senza sapere do,ve qu-esta via li porterà. È un ceto di uomini che non ritiene di dover essere moralmente scosso per essere dovuto passare supinamente dallo stalinismo alla destalinazzazione, al krusciovismo e alla dekrusciovizzazione (per ora): fatti tra i più grandi della storia contemporanea e eh-e non trovano alcun termine di paragone nella vita politica italiana. Il suo modo di procedere non è più quello della irruenta e appassionata tracotanza rivoluzio·naria dell'imn1ediato dopoguerra, ma è la saccente e professorale arro·ganza dei predicatori di virtù e di verità, e in questo è profo11damente togliattiano. Il significato. C'è chi si meraviglia che, tra tanto parlare di crisi comunista, il PCI, almeno elettoralmente, si rafforzi sempre più e né le vicende internazionali né gli avvenimenti nazionali si rivelino in grado di intaccarne la consistenza politica che in regime parlamentare si consegue col numero dei voti. Era una meraviglia legittima agli inizi del fenomeno, e non veniva certo dissoìta dall'attribuire anche al comunismo italiano un carattere religioso e di chiesa, poiché è proprio delle chiese e delle religioni dar vita a sette e a movimenti ereticali. Oggi possiamo dire che il fenomeno è abbastanza chiaro e non deve dar luogo a 1neraviglia .. Sono chiari, cioè, da un lato, il mutato carattere della milizia politica nel PCI, che diventa sempre più protestataria e disgregata e sempre meno omogenea e politicamente definita; e, dall'altro lato, la possibilità di coacervare gli interessi più disparati che su questa base sussiste e che, nell'Italia del « miracolo » prima co·me nell'Italia della crisi congiunturale poi, è offerta in così grande misura dai profo,ndi movimenti di rivolgimento e di assestamento di una società in crescita, indipendentemente dai margini di manovra offerti dalle note e gravi deficienze delle attuali classi dirigenti d-el nostro paese e indipendentemente da quella tendenza alla « permanenza degli aggregati » che è un dato sociologico di cui pure bisogna far conto. L'avanzata del PCI, ch,e si prospettava fin verso il 1956 come una grande avanzata di forze dell'estremo settore socialista, si configura oggi come avanzata di un grosso schieramento populista, a rafforzare il quale inter15 Bibliotecaginobianco

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