Nord e Sud - anno XII - n. 61 - gennaio 1965

La stabilità delle dittature istante ha fatto tremare il mondo sull'orlo del precipizio nucleare. Riflettendo su di ciò, non si può sfuggire all'impressione che, concentrandosi st111'animo del dittatore, restiamo lontani da spiegazioni che possano soddisfare la nostra esigenza di una ragionata proporzione 64 • Debole ambizione e dittatura sono, invero, una combinazione improbabile. Ma è precisamente una forte ambizione, un insaziabile gusto del potere che conferisce all'uomo l'abilità, a volte addirittura soprannaturale, di intuire quali espedienti deve usare se il potere non ha da sfuggirgli dalle mani. Ha, dunque, un senso porre il problema in termini eraclitei, e supporre che la dittatura sia il destino piuttosto che il carattere dei dittatori; e questo può essere il più profondo significato del detto napoleonico: « la politica è destino» 65 • A me sembra che un rapido sguardo alle altre dittature rafforza la plausibilità dell'opinione secondo cui la dittatura sovietica era ed è ancora impegnata in uno sforzo per creare o ricreare le condizioni di stabiLità del suo potere. Purtroppo è più facile comprendere la natura di questi sforzi che intuire, sia pure oscuramente, il loro probabile risultato. Una ev:entualità si può invero escludere con un buon grado di sicurezza. La dittatura sovietica si avvicina a toccare il mezzo secolo. Ma sarebbe certo frettoloso il concludere che il semplice passare del tempo - il fatto di avere un pàssato sempre più lungo - possa di per sé conferirle un'aura di legittimità e liberarla così dall'incessante ricerca di cospicue funzioni sociali e delle giustificazioni che vi si accompagnano. Soprattutto in Germania gli studiosi di politica hanno spesso parlato della « forza normativa dei fatti », che è la forma generalizzata della specifica affermazione secondo cui è il potere a giustificare se stesso, che corre sin dai tempi di Callicle 66 • Nell'epoca moderna, però, la 1nera esistenza del potere dittatoriale non vale a conferire ad esso il lauro del co·nsenso popolare. È vero che la moderna società industriale, malgrado ciò che si dice in con64 Nell'esaminare le condizioni di stabilità sarebbe certo ìmp1 roprio fermare tutta l'attenzion~ sul richiamo personale del dittatore. Quando, per es., M. Weber descrive il re·gime napoleonico come un « potere carismatico puramente plebiscitario», egli trascura evidentemente il ruolo di Fouché nel sistema così come. la pòlitica del dittatore di sollevare pericoli nazionali e l'incessante insistenza nell'affermare la sua volontà in magnis e in minimis. Cfr. M. WEBER, Wirtschaft und Gesellschaft, v. III, p. I, Tuebingen 1948, pp. 141-42. 65 GOETHE, « Paralipomena zu den Annalen », Saemtliche Werke, Jubilaeumsausgabe, Stuttgart und Berlin, s.d., v. 30, p .. 414. Cfr. p•ure la lettera di Napoleone a Fouché del 31 dicembre 1806, in Correspondance di Napoléon I, Paris 1866, v. 14, p. 127. · 6 6 Cfr., per la « normative Kraft des Faktischen », G. JELLINEK, Allgemeine Staatslehre, 3a ed., Berlin 1929, pp. 337-40; A. MENZEL, Beitrage zur Geschichte der Staatslehre, Akademie der Wissenschaften in Wien, Sitzungsberichte, voi. 210, p. ta, Wien u. Leipzig 1929, p. 7l; PLATO, Gorgiias, Cambridge, Mass., pp. 384-86. 125 Bibliotecaginobianco

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