Nord e Sud - anno XII - n. 61 - gennaio 1965

La stabilità delle dittature al ·potere e, in particolare, dopo che la sua coalizione coi nazionalisti si sciolse. Il concetto di 'partito ', che significa 'parte', presuppone necessariamente l'esistenza di altre parti. Il compito naturale e genuino di un partito, cioè la lotta e la competizione con gli altri partiti per conseguire il potere politico non è più possibile, se essi sono assenti ... Una volta che nemici visibili sotto la specie di altri partiti no-n vi erano più, e poiché ogni partito deve avere d-ei nemici, nella lotta coi q~ali esso rinnova la sua vitalità, il partito nazionalsocialista procedette a creare tali nemici ... sia per utilizzare le sue riserve di energia, altrimenti inutilizzabili, che per giustificare le ragioni della propria esistenza » 59 • Questa testimonianza interna dell'azione dittatoriale, proveniente da uno dei principali collaboratori di Hitler nel massacro degli ebrei, è degna di essere tenuta in conto. A dire il vero, Frank preferisce parlare di vitalità - il suo termine in tedesco è Lebenswaerme - anziché di potere. Egli ha un'opinione distorta del ruolo dei « nemici » in un regime democratico, un'opinione fondata sulla sua esperienza durante il periodo in cui la democrazia tedesca era a pezzi. Ma egli puntualizza egualmente il problema-base del regime dittatoriale: il perenne bisogno di giustificare la sua esistenza e l'invenzione di nemici per sforzarsi di di trovare tale giustificazione 60 • Un dittatore non può riposare sui suoi allori, come Bismarck dopo il 1871: q11esto è il clou della questio-ne .. il· comune fondamento di tutte le dittature modern-e, al di là delle molte differenze che così ovviamente le separano 61 • 59 H. FRANK, Im Angesicht des Galgens, Muenchen 1953, pp. 185-86. La citazione precedente è stata un po' abbreviata e lievemente mutata nella traduzione per superare alcune oscurità di espressione, ma senza fare alcuna violenza al pensiero dell'autore. 60 Dovrebbe essere citato a questo riguardo quanto insistentemente Hitler vedesse la sua politica estera e i suoi impegni di guerra come. una naturale continuazione della precedente lotta per il potere all'interno della Germania. Cfr. H. PICKER, Hitler's Tischgespraeche im Fuehrerhauptquartier 194142, Bonn 1951, p. 187; E. VON WEIZSAECKER, op. cit., p. 129; H. RAUSCHNING, Gespraeche mit Hitler, Zurick 1950, p. 255; MAX DOMARUS, op. cit., p. 39. 61 Due ulteriori osservazioni sulla dittatura di Hitler possono essere le seguenti. È curioso vedere che Frank accusa Hitler di adulterare l'ideologia del ·movin1ento nazista, abbandonando il programma originario del partito, .sicché qualsiasi cosa dicesse Hitler, era nazionalsocialista per definizione. « Tutto ciò che il Fuhrer ordina è tedesco», op. cit., pp. 184, 189. Il parallelo è ovvio. Il secondo punto è questo. Nessuno p,uò leggere i discorsi di Hitler ·a tavola senza ricevere una forte impressione del suo odio e timore verso· la burocrazia tedesca, poiché essa agiva come intermediaria tra gli ordini di Hitler e la loro efficacia sulla popolazione e, così facendo, applicava norme prestabilite e aborriva dalle eccezioni. Di qui la sua preferenza per i Gauleiter, a cui gli ordini potevano essere trasmessi direttamente ed eseguiti senza indugio, offrendo così il canale adatto alla continua e imprevedibile affermazione della volontà dittatoriale. HENRY PicKER, op. cit., pp. 203, 250. 123 Bibliotecaginobiarico

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