Nord e Sud - anno XII - n. 61 - gennaio 1965

Alexander Gerséhenkron prova quando concordi con le st1e tesi. Né è. questo il luogo per discutere il punto di vista generale del Taylor, ·che egli formula dicendo che le decisioni di Hitler nel 1939 sono « suscettibili di spiegazioni razionali ed è su di queste che la storia è costruita ». Dopo di che aggiunge con disprezzo: (.( la fuga nell'irrazionale è senza dubbio più facile » 44 • Questo punto di vista rivela la frequente co-nfusione tra la razionalità della spiegazione e la razionalità del comportamento che dev'essere spiegato 35 (il che, naturalmente, non significa che non vi siano altre vie, alternative a quella di Taylor, per spiegare le azioni di Hitler come razionali, cioè funzionali rispetto al loro specifico contesto). Non si può certo imputare a Taylor di aver abbandonato la sua precedente accusa ad Hitler come « il più grande dei demago.ghi, sicuro dei suoi poteri, marciante sonnambulisticamente alla conquista del mo11do » 46 ; o anche di non essere abbastanza coerente per il fatto che egli parla di Hitler come di un giocatore d'azzardo che «gioca grosse poste con risorse inadeguate >> 42 • Né, infine, ha senso il problema se in quel particolare m·amento Hitler volesse davvero la guerra o se egli agisse secondo un piano preciso. È molto probabile che, come Napoleone, Hitler assai spesso non sapesse dove andava, n1a ·come Napoleone egli sapesse di doversi mantenere in perpetuo moto 48 • Ciò che realmente importa in ques.to contesto è, infatti, l'incapacità di Taylor ad ·apprezzare appieno la potenza delle forze che spingono un regime dittatoriale moderno ad una continua drammatica azione; un'azione che è di per sé perfettamente razionale, una volta che la cupido , dominandi del dittatore suoi sforzi all'ultima ora per evitare il conflitto, egli dice: « (I miei) sforzi fallirono. La responsabilità (della guerra) ricade quasi egualmente sugli Inglesi e i Tedeschi, sui primi per aver dato garanzie alla Polonia e sui secondi per aver costruito una potente macchina militare e non essere riusciti a resistere alla tentazione di metterla in moto». Cfr. B. MussoLINI, « Pensieri Pontini e Sardi», Opero Omnia, v. 34, Firenze 1961, p. 286. 44 Op. cit., p. 216. 45 La stessa confusione prevale spesso a riguardo dei giudizi di valore dello storico come distinto da quelli dei suoi personaggi, e così pure a riguardo di affermazioni di probabili conseguenze di determinate azioni da parte dello storico, confuse con il calcolo delle p·robabilità da parte degli autori di quelle azioni. Cfr. A. GERSCHENKRON, <( Reflections on Ideology as a Methodological and Historical Problem », in Money, Gravvth and Methodology. Essays in Honor of Johan Akerman, Lund 1961, pp. 182-83. 46 A. J. P. TAYLOR, Bismarck. The Man and the Statesman, New York 1961, p. 271. Del resto, Hitler stesso dichiarò una volta di « marciare con sonnambulistica certezza... in obbedienza agli ordini della Provvidenza », che è un raro caso di sonnambulo che parli della propria esperienza. Cfr. MAXDOMARUS· , Hitler, Reden Und Proklamationen 1932-1945K, ommentier von einem deutschen Zeitgenossen, Wuerzburg 1962, v. I, p. 606. . 47 Cfr. ad es. op. cit., pp·. 75 e 251. 48 LAs CASES, op. cit., v. II, pp. 545 e 618. 120 Bibliotecaginobianco I I I

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