Nord e Sud - anno XII - n. 61 - gennaio 1965

_) I La stabilità .delle dittatitre se ,considerati alla luce della storia francese dei primi anni del secolo scorso. Non sarebbe troppo diffi.cile scoprire rapporti simili nella storia del terzo Napoleone, anche se su scala ovviamente minore, corrispondente .alla statura del protagonista. Le grandi costruzioni, i plebisciti, il fiirt con le idee socialiste, l'assicurazione che l'Empire e'est la paix, la predisposizione a partecipare a tre grandi guerre, per non dire di altre avventure militari - tutti questi sono elementi familiari ed un regime· dittatoriale. Napoleone III riconosceva chiaramente, e Bismarck (che in materia di potere non era precisamente un novellino) lo comprese bene, la funzione delle guerre esterne nel gioco della politica interna 40 ; ma di mantenere lo stato di permanente tensione necessario alla stabilità di un potere dittatoriale non gli riuscì, per cui il principale interesse del suo regime dal nostro punto di vista sta nel lungo· processo di disintegrazione della dittatura rappresentato• dal periodo imperfettamente definito come « monarchia liberale ». La sp·edizione messicana e la disastrosa guerra contro la Prussia furono altrettanti sforzi per arrestare e rovesciare questo processo, così come le riforme costituzionali e il crescente malcontento furono le sue manifestazioni. Senza dubbio l'esperienza del regime nazista è, ai nostri fini, assai più illuminante. Proprio recentemente uno storico inglese ha presentato una nuova interpretazione delle cause della seconda guerra mondiale 41 • La sua critica della politica inglese di appeasement non aggiunge nulla a ciò che molte volte è stato detto prima di lui; ma la sua tesi, che tende a scagionare Hitler, è che la guerra scoppiò nel 1939 a causa di errori diplomatici co·mmessi da entrambe le parti: la fc;ltale garanzia inglese alla Polonia nel marzo 1939 e la dilazione hitleriana di un solo giorno nell'avviare una manovra· diplomatica 42 • Questo non è il luogo per discutere i metodi di Taylor come storico, e i~ p_articolare la sua radical,e omissione o ignoranza di ogni prova che militi contro le sue tesi 43 , congiunta alla soddisfatta ammissione dello stesso genere di terno, così- come nelle sue aggressioni all'esterno, Napoleone era ben consapevole della differenza tra lui e i sovrani legittimi. Egli spiegava una volta perché dedicasse tanto tempo alle faccende amministrative, dicendo che non poteva regnare come altri principi: la sua particolare condizione gli imponeva particolari doveri (cfr. Comte MoLLIEN, op. cit., v. II, p. 139). · 40 Cfr. il resoconto di Bismarck delle sue conversazioni .con Napoleone III nel 1857 in Gedanken und Erinnerungen, v. I, Stuttgart 1898, p. 179. 41 A.. J. P. TAYLOR, Origins o/ the Second Wqrld War, New York 1962. 42 Cfr. in particolare pp. 211 e 278. 43 È curioso che Mussolini, riflettendo dopo la sua caduta sulle origini della guerra, durante il suo temporaneo esilio in un'isola d~l Tirreno, affacciava opinioni assai simili a quella di Taylor per quanto riguardava la Gran Bretagna, ma dimostrava di voler andare assai· più avanti ne] biasimare la Germania. Parlando dei 119 Bibliotecaginobiarico •

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