.J I La stabilità delle dittature capisse il fo11da1ne11tale principio della dittatura per cui il potere (questa realtà elusiva, immateriale, e pure così reale) è conservato dall'esercizio assoluto e completo di esso. La sua forza intellettuale rendeva possibile, ma era poi la sua posizione a rendere necessario che egli intervenisse con la sua volontà a decidere - spesso dagli angoli più remoti d·el continente - l'impianto di una piccola fabbrica o la spedizione di una partita di tessuti dal ducato di Berg al Regno di Napoli, o il curriculum di una scuola, o il programma di un teatro, o il numero dei cavalli per le corse parigine. I minimi dettagli, un'ordinanza <li polizia o una voce secondaria di bilancio municipale, o i problemi familiari di un singolo cittadino, nulla sfuggiva, come dice il conte Mollien, « alla sua perpetua vigilanza affinché nemmeno una particola di potere gli fosse sottratta », tutto era assorbito dal suo « insaziabile bisogno di essere il centro di tutto, il solo principio motore e direttivo per ogni persona e per ogni cosa » 32 • In maniera affatto simile Stalin era solito telefonare, nelle prime ore del mattino, ai capi di imprese industriali in ogni parte del suo immenso paese per riprenderli in merito ad una consegna difettosa o per discutere la questione dell'avvio di una nuova linea di produzio11e. Allo stesso modo Kruscev, nei suoi frequenti giri di ispezione, si intromette nei più piccoli problemi di un sovkhoz o di una fabbrica. Una dittat11ra assenteista non può durare; il potere assoluto e l'imperio della legge sono ai poli opposti, anche se la legge emana dallo stesso potere assoluto. Sta qui (sia detto p·er inciso) la di1licoltà fondamentale delle concezioni deistiche. Guardare alla divinità come creatrice, una volta per tutte, di una legge universale onnicomprensiva significa esaltare la 1nagnificenza della creazione, ma nello stesso tempo significa abbassare il potere divino a favore dell'intelligenza umana che può impadronirsi dei segreti della legge; e non sorprende perciò ch·e uno spirito religioso come Newton si compiacesse nello scoprire certe irregolarità nei movimenti dei pianeti che egli poteva attribuire alla volontà di Dio 33 • Il compia11to scrittore svedese Stig Dagerman mostrò una profonda, intuitiva comprensione di questo problema quando, nel suo· postumo scritto Mille anni senza Dio 34 , introdusse Dio che visitava la casa di Newto•n e vi aboliva la legge di gravità. Il potere assoluto q.·ev'essere impreve32 Comte MoLLIEN, Mémoires d'un ministre du ·Trésor public, 1780-1815, Paris 1898, v. I p. 40. Queste sono le opinioni di un· uomo che era in eccellente posizione per osservare Napoleone come amministratore. e le cui memorie sono una fonte impqrtante per la storia economica e finanziaria dell'impero. 33 Cfr. GERD BucHDAL, The Image of Newton and Locke in the Age of Reason, London-New York 1961, p. 6. · 34 STIG DAGERMANN, Tusen ar hos Gud, Stockholm 1954, pp. 13 segg~ 117 Bibliotecaginobianco
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