Nord e Sud - anno XII - n. 61 - gennaio 1965

Alexander Gerschenkron scomunica dell'imperatore. Dietro le simulat~ apparenze di democrazia e legittimità rimane la perenne paura di quello che Napoleone stesso chiamò una volta un « contre-brun-1.aire » 28 ; rimane la reale necessità di . creare e ricreare la funzio-ne sociale della dittatura, creandone e ricreandone i nemici, agendo per produrre le crisi che di volta in volta giustificavano l'azio-ne, mettendo a repentaglio la Francia per riuscire a salvarla, mantenendo continuamente la gloria del regno - la s1.1agiustificazione- mercé la gloria delle successive campagne. Scaturiva da ciò il timore di Napoleone di non giungere a tempo. Al diplomatico russo Kurakin, diceva: « nella nostra epoca gli eventi si succedono così rapidamente che il momento opportuno, se non lo si coglie, è perduto per sempre » 29 • E da ciò anche la convinzione che ~ una caduta ~ra la sola alternativa all'espansione, convinzione espressa con lucido vigore nel memorandum francese alla Prussia nel 1805, in cui Napoleone si sforzava di assicurarsi la cooperazione di quel paese nella guerra contro l'Austria: « È stato spesso affermato che uno stato cl1e non cresce declina. Mai quest'affermazione è stata più rigorosamente vera che nella nostra epoca .... L'occasione è veramente unica. Possono passare secoli prima che se ne ripresenti una simile » 30 • È questa l'espressione sincera della filosofia napoleonica dell'azione, e vi è solo da osservare che naturalmente Napoleone stesso si trovava ad essere in gran parte la causa del rapido succedersi degli eventi. Per quanto possa esser vero che lo spirito di Napoleone era (secondo le parole di uno storico) « ingombro di altern'ative » nel momento della scelta tra differenti possibilità di azione, egli però non vide mai alcuna alternativa all'azione, onde (per citare lo stesso storico) la sua immensa capacità di lavoro era « una reazione nervosa, si potrebbe dir quasi l'equivalente di un ballo di .San Vito» 31 , che si estendeva ad ogni cosa, ai grandiosi movimenti di truppe come alla creazione di nuovi stati o alle minute decisioni amministrative, e l'una cosa non è meno significativa dell'altra, perché tutte derivano dalla medesima fonte. La storia di Napoleone mostra con particolare chiarezza quanto malvolentieri un dittatore si rassegni a delegare il potere; quanto bene Napoleo11e 28 Ibidem, v. II, p. 303. Il « minimo allentamento» del suo potere avrebbe potuto produrre la temuta sollevazione. Nei giorni seguiti alla disfatta austriaca a Wagram, all'~pice della potenza, Napoleone temeva ancora che la Francia potesse rivoltarglisi contro ed egli ingiunse a Fouché, in una lettera da Schoenbrunn, di mobilitare le guardie nazionali in certe aree della Francia più sensibili: <, La gente comincia a meravigliarsi, i cervelli lavorano e il minilno incidente può produrre una crisi» (cfr. Correspondance de Napoléon I, Paris 1864, v. 19, p. 521. 29 SERGEY SOLOV'EV, op. cit., p. 208. 30 L. v. RANKE, Denkwuerdigkeiten de_s Fuersten von Har,denberg. Aktenstuecke zu den Denkwuerdingkeiten des Fuersten von Hardenberg, Leipzig 1877, p. 158. 31 H. BUTTERFIELD, Napoléon, New York 1962, pp. 24, 33. 116 Bibliotecaginobianco

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