Nord e Sud - anno XII - n. 61 - gennaio 1965

J La stabilità delle dittature gi6ri case regnanti. Governavo come padrone in quasi tutte le capitali d'Europa. Io facevo i re » 22 • Se Napoleone no-n poteva fermarsi, non era perché la « vecchia Europa» non glielo permetteva; o (come sosteneva Rumyantsev). per la sua natura; o (come opinava Napoleone) per il suo temperamento irrequieto. Né si può attribuire t1n'importanza d-eterminante al sogno dell'« impero mo-ndiale » che a volte Napoleone definiva « dittatura universale ». Non che Napoleo·ne non abbia pensato in questi termini. « Chi, ·al mio posto, avrebbe potuto non desiderarlo?», egli osservava al suo ritorno- dall'Elba. E dava anche una risposta alla classica dimostrazione di Cinea a Pirro sulla futilità della conquista del mondo: « Et après toitt, à quoi bon? A fondare una nuova società e a salvare l'Europa da grandi disgrazie » 23 • Ma più significativa dell'ammissione sono la profonda avversione di Napoleone verso i piani a largo raggio e la sua profonda fede nelle virtù delle decisioni istantanee, sul campo di battaglia come in diplomazia. Egli aveva orrore della strategia scientifica di J omini, che consisteva nel condurre le campagne sec_ondo « le regole degli stati maggiori ». Per Napoleone, « la guerre est l'affaire du moment » 24 • Ciò che importava era agire: « on, s'engage et puis on voit ». E se l'azione portava al dominio del mondo, la conseguenza non era premeditata (« sans calcul ») e sopravveniva perché la strada portava in quella direzione, « passo passo » 25 • Ma la fonte della spinta ad agire non stava nella personalità del dittatore, né nei suoi schemi ambiziosi. Se egli avesse potuto radicare il suo regime sia nel consenso dei governati, sia nella legittimità di un'antica discendenza, se soltanto, come egli diceva, avesse potuto essere «il nipote di se stesso» 26 , l'impulsività sarebbe molto probabilmente scomparsa. Egli rivolse i suoi sforzi nell'una e nell'altra direzione. I plebisciti avrebbero provveduto a fornire la sanzione democratica, a creare « una ntiova legittimità nello spirito delle nuove dottrine » 27 • Il concordato col papato ( 1801) e la consacrazione da parte di Pio VII ( 1804) così come il matrimonio con una principessa della più vecchia dinastia regnante in Europa furono passi nell'altra direzione. Tutto fu vano. I due plebisciti erano ridicolizzati dall'azione quotidiana dello stato di polizia. Il concordato non evitò la rottura col papa e ·la 22 Général BERTRAND, op. cit. Journal 1816-1817,. pp. 44 45. 23 B. CoNSTANT, op. cit., p. 135. LAs CASES, op. cit., v. I, pp. 250-51 e v. II, pp. 517; PLUTARCH's Lives, The Loeb Classica! Library, Cambridge, Mass., and. London 1950, V. 9, pp. 386-89. 24 BERTRAND, op. cit. Journal 1818-1819, pp. 176, 322. GoURGAND, op. cit., v. II, p. 457. 25 LAs CASES, op. cit., v. I, p. 441. 26 Ibidem, p. 472. 21 Ibidem, p. 391. 115 B_i_b-liotecaginobian·co

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