Alexa1ider Gerschenkron, (alla vigilia del 1789) », egli scrive, « trovava le sue condizioni molto meno tollerabili proprio perché esse denunciavano un miglioramento ». E quindi, aggiunge: « questo giudizio può sorprendere, ma la storia abbonda di casi simili. Non sempre col passare di male in peggio si precipita in una rivoluzione. Accad·e frequentemente che una nazione, che ha so·pportato senza batter ciglio e come sé non la riguardassero le leggi più oppressive, passi poi a respingerle con violenza appena sente su di sé una minore pression·e... È una regola insegnata dal11esperienza che il momento più pericoloso per un cattivo regime è quello in cui esso dà inizio a riforme » 12 • L'accresciuta diffusione dei beni di consumo nella Russia sovietica può provocare effetti assai più complessi di una semplice fiammata di entusiasmo da parte di una popolazione riconoscente; e lo stesso vale per il rilassarsi della pressione dittatoriale sugli spiriti e sui sentimenti verificatosi dopo il 1956. Noi possiamo rich~edere l'aiuto di Richelieu e di Tocqueville per capire le complessità della situazione; ma gli uomini che stanno ai vertici della· dittatura sovietica, coloro che si sono addottorati nella pratica politica alla scuola di Stalin, non l1anno bisogno di ispirazioni erudite: chi potrebbe sperare di gareggiare con essi nella conoscenza del potere e delle tecniche di esercizio del potere? Possiamo ~ssere sicuri che essi sono pienamente consapevoli delle minacce alla stabilità del regime ed ansiosi di fare tutto ciò che possa reintegrarlo nella sua forza~ Ma anche per noi, nei nostri sforzi di comprendere le 1notivazioni ' della dittatura sovietica e nell'individuarne le attuali direzioni di evolu- ~ione, uno sguardo alla pratica attuale di altre dittature può essere più importante di una linea interpretativa di ordine generale. La storia moderna ci fornisce, purtro·ppo, un vasto campionario di esperienze alle quali si può attingere per paralleli illuminanti: tra Napoleone I, Hitler e forse Napoleone III, o Mussolini, i tratti comuni sono innegabili, malgrado tutte le differenze tra loro. Tutti condivisero la comune dinamica dell'esercizio del potere: fer~arsi significa declinare; potere stabile significa potere crescente. Hobbes parla di « una perpetua ·e incoercibile aspirazione dell'umanità a sempre nuovo potere », perché, egli dice, il potere di oggi non si può rendere sicuro senza acquistarne altro 13 ; e quale che ne sia la validità nella forma generale che Hobbes preferì dare ad esso, il pvincipio definisce bene il demone che, secondo le parole di Wickfield, ritrova il male ancora da fare per le O·perose mani dei dittatori. Negli anni tristi di Sant'Elena, N~poleone, ripèrcorrendo quello che 12 A. DE TOCQUEVILLE, L'ancien régime et la révolution, 1. III, c. IV~ 13 TH. HoBBES, Leviathan, London-New York 1952, parte I, c. XI, p. 79. 112 Bibliotecaginobianco
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