Nord e Sud - anno XII - n. 61 - gennaio 1965

I La stabilità delle dittature alla, tentazione, non ignoro che i limiti professionali rare volte posso·no · essere impunemente varcati: spero soltanto che l'eventuale disapprovazio-ne non sia più forte del previsto. Inoltre, ciò che debbo dire qui è oltremodo semplice e vi sembrerà, probabilmente, banale. Basta aver vissuto qualche tempo nella prima metà del nostro disgraziato secolo per essere riccamente informati dalla storia recente, e dagli eventi ancora in corso sotto i nostri occhi, di tutti i dati n·ecessari per formulare i pochi concetti generali che io presenterò qui. Se, nondimeno, vi sembrerà che io rubi sfro•ntatamente il vostro tempo e metta a dura prova la vostra pazienza, tratten.endo·mi su segreti di Pulcinella e rivelando verità lapalissiane, dovrete ricordare che, a mio avviso, in gran parte delle discussioni correnti le cose che dovrebbero essere più ovvie hanno finito col diventare oscure e col venir distorte. Altra questione è se una interpretazione del tipo di quella che io tenterò di offrirvi possa essere veramente co1 nclusiva. Come dovrebbe apparir chiaro in seguito, vi sarà sempre spazio per interpretazioni alternative. Non starò molto p·er enunciarvi la mia tesi. Io credo che la dittatura moderna ha fondamentalmente uno sco o c uello di tenere e (il che e lo stesso accre_scere il suo· potere. Credo pure che sempre, ·anc e se in misura diversa secondo le diverse situazio-ni, questo potere è messo a repentaglio dal dubbio. I soggetti o, per meglio dire, gli o·ggetti del governo dittatoriale sono perennemente spinti a formulare alcune domande semplici, ma estremamente imbarazzanti: perché vi deve essere una dittatura? perché deve continuare a stare al potere? Per quanto aggressiva possa essere l'azio·ne della dittatura, essa si trova anche, in modo assai concreto, sulla difensiva. Il problema di dare una giustificazione allo stato è tanto antico quanto l'interesse dell'uomo per i fenomeni politici. A me sembra che attraverso la storia solo due forme di regime emergano per aver conseguito una accettazione duratura e largamente indipendente dal carattere, si potrebbe dire dai contenuti, delle attività di governo: la monarchia ereditaria che rivendicava una sanzione divina e la cui « legittimità » era rafforzata dall'antichità delle · sue tradizioni 1 ; e i regimi fondati sull'attivo ed effettivo consenso dei governati. Il dato di fatto decisivo è che la dittatura moderna si trova ad esser priva 1 Ho fatto, naturalmente, astrazione dalle considerazioni razionali che furono avanzate pro o contro il sistema ereditario, come l'eliminazione dei pericoli derivanti da ricorrenti lotte di successione e, in contrapposto, lo svantaggio di rimettere il potere statale alla mercé delle combinazioni biologiche o d'altro genere. Cfr., per es., G. SIMMEL, Soziologie, Leipzig• 1908, p. 516. 101 Bibliotecaginobianco

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