Nord e Sud - anno XI - n. 60 - dicembre 1964

..... ,.__ Recensioni Nell'ultima parte del libro- - quando volge la sua attenzione al problema della « nazione», p•er concludere che la sola scelta possibile, per la sinistra europea, è l'Europa - Paillet ripropone alcune delle soluzioni avanzate a livello nazionale: e cioè le pianificazjo·ni multiple, come pure l'elezione diretta dell'esecutivo euro,peo (il quale potrebbe consistere tanto in un Presidente e in un Vice Presidente, q11anto in un collegio esecutivo). E se la dimensione europea, egli osserva, può co·mplicare la pianificazione (nel sensoi che si _ porranno 1 inevitabilmente problemi di « compatibilità » e di « convergenza», \ non facili da risolvere), essa invece tende a facilitare l'avvento della democrazia diretta: non solo perché l'eterogeneità delle componenti umane militerebb-e a favore di un regime unificatore, ma anche e soprattutto per il fatto che i· « contrappesi » ad un regime presidenziale esistono già (e sono le varie tradizioni, religioni, strutture economico-sociali dei singoli paesi europei). Qu~sta formula, aggiunge l'Autore, darebbe mo·do all'Europa di dimostrare, sul piano p·olitico, che esiste un'alternativa democratica alla tecnocrazia quale è concepita nell'Unione Sovietica; e, sul piano economico, che le riforme di struttura e il metodo della pianificazione non sono fatalmente acco,mpagnati dal totalitarismo e dall'oppressione. Quanto ai compiti di una federazio 1 ne euro·pea così co·ncepita, essi non potrebbero essere più vasti e stimolanti: la « mondializzazione», concl11de Paillet, passa 01 ggi per l'Europa. Queste, naturalmente, sono appena le grandi linee del discorso dello studioso francese. Tuttavia, anche dall'esposizione necessariamente schematica che ne abbiamo fatto, risulta evidente ____s.enza entrare nel merito delle soluzioni proposte - che l'impo,stazio,ne stessa dei problemi risente, come dicevamo in principio, del clima politico della Francia. Intanto, nei paesi dell'Europa settentrionale, co-me in Gran Bretagna, la sinistra non si trova affatto nell'anno «zero»: essa è invece al potere· (e, se anche Paillet respinge la soluzione laburista, resta pur sempre il fatto- che, in questi paesi, la sinistra è- laburista). E non p,are che il pro-blema delle riforme istituzionali abbia qualche probabilità di venire messo, in quegli stessi paesi, all'ordine del giorno; né lo stesso Paillet sembra, d'altra parte, auspicarlo (egli afferma, infatti,_ che in Gran Bretagna esisterebbe un « presidenzialisn10 » di fatto). Per quanto poi riguarda l'Italia, è pur vero che anche da noi esistono alcuni dei problemi illustrati da Paillet (come la necessità di rivedere i rapporti tra esecutivo e legislativo, il problema di un esecutivo più stabile ed efficiente, l'opportunità di certe riforme istituzionali); ma la situazione è profondamente diversa da quella francese. Basterebbe ricordare la presenza, nel nostro paese, di due fotrti partiti, come quello comunista ·e quello cattolico, confortati entrambi dal voto costante di un elettorato che definiremmo« misticamente» fedele; senza dire che le strutture democratiche, se possono dirsi inyecchiate nei confroìnti del processo di trasformazione della società negli ultimi decenni, hanno però in Italia un p•assato relativamente breve;· onde uno dei problemi principali che le correnti democratiche italiane - e specialmente quelle 'della sinistra democratica - debbono affro1 ntare, · è precisamente quello della « p-oliticizzazione » (nel ·senso di maturazione civile) del 95 Bibliotecaginobianco

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