Nord e Sud - anno XI - n. 60 - dicembre 1964

Rosellina Balbi ciano in favore dei rivoluzionari, quand'anche i rivoluzio,nari no,n siano democratici, se i democratici non sono rivoluzionari». Le nazionalizzazio,ni delle grandi imprese sono necessarie, perché rappresentano il. solo 1nezzo per eliminare i gruppi di pressione; nello stesso temp·o, ess·e non debbo·no essere estese oltre certi limiti, altrimenti si correrebbe il rischio di dar vita al mo1 nopolio dell'impiego da parte dello Stato, e quindi di ridurre al silenzio (co,sì come è avvenuto nell'URSS) la classe o,peraia. Quanto alla pianificazione, essa non rappresenta certo· un metodo nuovo: è nuova, però, come strumento democratico. L'interrogativo, che taluni tecnici si sono posti, scrive .Paillet, è il seguente: è p·ossibile co,nservare al meto·do della pianificazione la sua efficacia, introducendo, a livelli diversi, meccanismi democratici di decisione e di contestazio,ne? Pur riconoscendo le difficoltà dell'impresa, la risposta è positiva (e rimandiamo al libro di Paillet chi voglia approfondire questo argomento). Per quanto poi riguarda il problema delle rifo1 rme istituzionali, l'Auto 1 re sostiene che il regime presidenziale è l'unico, a suo avviso, in grado di soddisfare le esigenze della democrazia moderna. L'elezione diretta del capo dell'esecutivo tende, infatti, a creare due grandi raggruppamenti, ciascuno 1 dei quali designerà il proprio candidato. alla presidenza (il che, tra l'altro, comporterà lo « scongelamento » dei voti comunisti, fin qui inutilizzati, con grande danno dell'intera sinistra); e i due raggruppamenti - almeno in Euro·pa - non p-otranno es.sere altro che un r~ggruppamento di destra e un raggruppamento di sinistra. Il voto acquisterebbe p-ertanto un significato evidente, e il presidente eletto no·n avrebbe modo di eludere le proprie responsabilità. D'altronde, questo tipo di democrazia - che egli definisce la « personalizzazione del potere» - co,rrisponderebbe, seco1 ndo Paillet, alle tendenze nuo,ve: sia nei paesi industrializzati che in quelli sottosviluppati, nei regimi comunisti come nei regimi capitalistici, oggi è quasi sempre un uomo ad imperso·nare una p·olitica. Questa tendenza non so-lam·ente esprime le esigenze di stabilità dell'esecutivo, ma ben si accorda con la crescente centralizzazione degli apparati, caratteristica della società mo1 dema. Certo, occorre evitare che una tendenza del genere sbocchi nel mito del capo_, diciamo pure nel culto della personalità; ma è preferibile che lo scontro tra le personalità rivali avvenga nella legalità, piuttosto che fuori di essa. D'altronde, o·sserva l'Autore, è difficile che possano tornare in auge le istituzioni della Quarta Repubblica; talché il vantaggio, per la sinistra, di battersi per una democrazia presidenziale autentica (e non, quindi, di tipo gollista), sarebbe duplice: ~o-mpere i legami che ancora la vincolano al fallimento del regime parlamentare, e togliere al gollismo l'esclusività di una visio,ne moderna dei problemi istituzionali; esclusività che, fino a questo momento, gli è stata imprudentemente lasciata. Anche qui, le esigenze di spazio ci imp·ediscono di illustrare dettagliatamente le soluzioni istituzionali proposte da Paillet (per esempio, quelle relative alla necessità di creare i contrappesi al pur necessario rafforzamento dell'esecutivo: in particolare, di investire il Parlamento di funzioni nuove e di garantire la possibilità, p·er l'opposizione, di offrire la propria alternativa). 94 \ Bibliotecaginobianco

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