) Il caso Ippolito di Adolfo Battaglia Più ci si pensa e più il processo Ippol 1 ito appare veramente uno dei nodi centrali dello svolgi1nento attuale della nostra vita pubblica. Creare lo scandalo è stato per la destra relativamente facile; ma sbarazzarsi del complesso caso che ne è sorto le sarà forse adesso molto più difficile di quel che vorrebbe. Il caso Ippolito, in effetti, si è dilatato fino a investire problemi fondamentali della vita dello Stato democratico, che ormai, una volta sollevati, non possono essere più elusi. Certo, sono problemi che l'opinione pubblica conosce ancora a metà, e di cui vede confusi i contorni: ma là stanno e non c'è dubbio che occorrerà risolverli. Cominciamo col dire che non è soltanto la pesantezza della condanna processuale che colpisce in questa vicenda. Quando anche i giornali più moderati parlano dell' « incertezza » e della « titubanza » con cui l'opinione pubblica ha accolto la sentenza; quando la definiscono «pesante» ed «eccessiva»; quando arrivano ad esprimere (co•me « Il Resto del Carlino » ha rilevato) « itn identico sentimento di malessere attraverso identici interrogativi ( è veramente giusta ed equa la sentenza del Tribunale di Roma? e se sì, fino a che punto e in quali termini la coscienza nazionale pitò sentirsi soddisfatta?»); quando la scienza italiana, pressoché al completo, attesta la sua solidarietà all'imputato e formula nei suoi confronti un giudizio morale radicalmente differente da quello che sta alla base delle richieste della pubblica accusa e, ovviamente, della sentenza stessa: allora non si puo non riflettere, anzitutto, al problema che la pubblicistica democratica ha tante volte sollevato da dieci anni in qua, il problema del distacco tra il giudice e il corpo sociale che in definitiva è il fondamento della sua sentenza, il problema della insensibilità burocratica della magistratura alla vita del paese; e sperare che con maggiore saggezza una Corte riesca a dissipare in appello la penosa sensazione che è stata sollevata in prima istanza. Impressionante, d'altra parte, è il concetto che la magistratura sembra avere del rapporto tra potere giudiziario e autorità politica (come si è indotti a ritenere in base all'andamento del processo e ad altri fatti precedenti). 7 Bibliotecaginobianco
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