Roberto Berardi furti, rapine ecc.), mentre un altro preferisce dar spazio alla cronaca « bianca » e in particolare mondana (cerimonie, inaugurazione di opere pubbliche, conferenze, serate di moda ecc.),: il terzo ai grandi fatti e problemi della vita nazionale e internazionale. La differenza è particolarmente sensibile nei rotocalchi: tra due di essi che abbiano come sottotitolo « settimanale di attualità e cultura » o « di cultura e varietà », o espressioni analoghe, può accadere che uno dia spazio, poniamo, a veri e propri avvenimenti culturali - libri recentemente pubblicati, film recentemente apparsi in pubblico, cronache teatrali ecc. -, mentre l'altro, sotto lo specioso pretesto della « cultura », ci parli di stelle e stelline cinematografiche, e dei loro· amori e umori ecc. Far osservare queste differenze, per altro facilmente rilevabili, è già un insegnare a leggere, poiché allena il giovane a guardare con distacco, primo passo verso una lettura critica. Rientra in questo lavoro, che è ancora « esterno » (non entra, cioè, nel merito delle idee espresse), la distinzione tra quotidiani di partito (o d'opinione), preoccupali di commentare i fatti più che di riferirli, tribuna di idee, palestra di polemiche, e quotidiani d'informazione, ricchi di notizie, specie di cronaca minuta, e formalmente (ma solo formalmente!) meno « impegnati », meno polemici, più « o-bbiettivi ». e) Distinguere tra « informazione >> e « corrimento » Terzo còmpito dell'insegnante che . voglia « insegnare a leggere· il giornale » ad allievi adolescenti è esercitarli a distinguere dov'è l'informazione, e dov'è il commento all'informazione medesima. È, questo, un esercizio che segna decisamente il passaggio dall'esame che chiamammo « esterno » all'esame « interno » del giornale. Se, infatti, i quotidiani tecnicamente meglio fatti, i più seri sul piano professionale, separano le due cose, ed espongono in due luoghi diversi, distinti sia dai titoli sia dai caratteri tipografici, le notizie pervenute alla redazione, in forma di cronaca·, e il conimento o giudizio che il giornale pronuncia su di esse, altri invece mescolano cronaca e commento nel medesimo testo. Ma anche nei giornali del primo gruppo la distinzione può essere solo apparente: le notizie possono esservi presentate in modo marcatamente unilaterale (e spesso un giornale è fazioso non per ciò che dice, ma per ciò che tace dei particolari di un dato evento), oppure con un linguaggio dotato di una forte carica emotiva, capace di influe11zare il lettore a favore o contro qualcuno o qualcosa, sicché il giudizio del giornale è già insinuato attraverso il modo stesso- con cui sono riferiti i fatti. / 72 Bibliotecaginobianco
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