Nord e Sud - anno XI - n. 60 - dicembre 1964

Insegnare a leggere il giornale di Roberto Berardi ARGOMENTI Per « giornale » s'intenderà qui sia il quotidiano, politico o d'inf~rmazioni, sia il periodico illustrato di divulgazio11e e di volgarizzazione che gli anglosassoni chiamano « magazine » e che in Italia indichiamo variamen te con i termini di ro.tocalco, settimanale, periodico, rivista; che i11 parte si propone scopi d'informazione non quotidiana su argomenti d'attualità, in parte si offre co1ne semplice passatempo; e che in ogni modo non va confuso con la rivista intesa con1e organo di ricerca, portavoce di istituzio-ni, o di gruppi di studio, o di tendenze ideologiche che operano su un piano di alta cultura. Quest'ultimo org.ano di diffusione del pensiero· si rivolge ad un pubblico assai limitato, già dotato in genére di buona preparazione intellettuale e di spirito critico, fornito degli strumenti culturali necessari per giungere ad una valµtazione personale della pagina scritta; per di più, è difficile che gli studenti delle scuole medie· di secondo grado leggano simili pubblicazioni in una misura tale da creare per ciò stesso il problema di guidarli alla loro scelta, lettura e interpretazione. Viceversa, i primi due tipi di' pubblicazione sono- ampiamente diffusi - anche se non entrambi in eguale misura 1 -. nelle famiglie da cui gli allievi provengono; la loro influenza perciò s'incontra e s'incrocia co•n quella della scuola e della cultura- scolastica. Di qui l'o·ppo-~tunità di porsi il problema - un problema in primo luogo di educazione civica, ma anche latamente culturale - del modo di condurre i giovani a fare la radiografia di ciò che leggono: a leggere, cioè, con occhio critico, con mente matura. In realtà il problema del come leggere il giornale è solo un aspetto 1 Secondo un'inchiesta dell'Istituto Industriale di Colonia (di cui dà notizia « La Stampa» il 22 maggio 1964) all'interno del MEC, su cento abitanti, nella Germania Federale 33 leggono quotidianamente un giornale, nei Paesi Bassì 28, nel Belgio 27, in Francia 24, in Italia solo 12; bisogna inoltre tener presente che i lettori di quotidiani, in Italia, non sono sparsi uniformemente in tutti i ceti e in tutte le regioni, ma si addensano prevalentemente nell'alta e media borghesia cittadina e negli strati più evoluti del proletariato; e geograficamente sono molto più numerosi nel Centro-Nord che nel Sud. Più diffusi, invece, i rotocalchi; che in certi ambienti di piccola borghesia e in vasti strati del proletariato rappresentano l'unica stampa letta regolarn1ente. Grandi assenti~ nell'uno,,. e nell'altro caso, i ceti rurali (con qualche eccezione). 68 \ Bibliotecaginobianco

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