Italico Santoro gabile nel recente sviluppo degli stabilimenti ubicati sul litorale, appare, però, affrettata una simile conclusione, che sembra prescindere in realtà da altre tendenze cli lungo termine delineatesi: nel settore della produzione siderurgica e che sono destinate a giocare un ruo,lo imp-ortante nella scelta delle localizzazioni: è proprio alla luce di queste nuove tendenze che bisogna riesaminare il proble1na e considerarne i possibili sviluppi. In primo luogo, è da tener presente che tutto lascia prevedere l1n'ulteriore espansio11e della produzione siderurgica, sia pure a un ritmo minore di quello degli anni cinquanta e della prima metà degli an11i sessanta. Ma a questa ulteriore espansione contribuiranno sempre meno le risorse minerarie della Comunità. Dovranno, quindi, aumentare per i paesi membri le importazioni di ferro, già nel 1963 pari al 49%, e quelle di quei combustibili, gas naturale e petrolio, che si avviano a sostituire progressiva111ente il carbo-ne co·me fonte energetica. La siderurgia europea, in quanto sempre più condizionata dagli approvvigionamenti dall'estero, e sempre più o-rientata verso l'esportazione - particolarn1ente attiva verso i paesi in via di sviluppo -, risulterà, quindi, progressivamente i11tegrata nell'economia mo-ndiale, recando un· sensibile contributo all'incremento del co-mmercio comunitario•. Ora, se riesaminata in questo quadro e sotto questo punto di vista, la localizzazione costiera appare non più come 1'effetto di tendenze congiunturali 5 , ma piuttosto come il risultato di una scelta di carattere geoecono-mico dettata dalle aippie trasformazioni in corso, che investono non la sola siderurgia, ma lo sviluppo economico in generale. L'ampliamento della capacità produttiva, previsto tra il 1965 ed il 1970 nella misura di dieci milioni di tonnellate di acciaio greggio, per quella parte « realizzabile attraverso l'accrescimento della produzione interna di minerali e carbone, deve farsi, per quanto possibile, nelle regioni siderurgiche attualmente esistenti » 6 ; ma l'estrazio,ne del minerale di ferro nell'area comunitaria non potrà superare di molto i livelli attuali ed il carbone con1unitario potrà fornire nel 1970 (insieme agli altri combustibili che costituiscono ri_serve interne della Co·munità) solo 1'85% delle risorse energetiche necessarie: percentuale -che po~ trebbe essere addirittura inferiore al 50%, se non si darà luo-go. ad una politica energetica ca-ordinata che preveda certe modalità di un aiuto s I p•rimi segni di saturazione si sono, infatti, manifestati sul mercato già da qualche anno senza che i programmi di costruzione degli stabilimenti costieri abbiano subìto un rallentamento. 6 SPORCK, Considérations sur l'opportunité de la création d'entreprises sidérurgiques cotierès dans les pays de la CECA, in « Revue de la--Société Belge d'Études et d'Expansion », 1961, n. 194-95. 58 \ Bibliotecaginobianco
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