Italico Santoro ed Hennebo·nt), un grande stabilimento a ciclo integrale è in costruzio-ne a Dunkerque (con la p·artecipazione di USINOR, Firminy, ChatillonCommentry et Neuves Maisons· e della Ba11~a di Parigi e dei Paesi Bassi). La nuova unità, nata col proposito di « affrancare la Francia dalle difficoltà di approvvigionamento in coke continentale » 1 , avrà una capacità iniziale di 1,5 milio-ni di tonnellate, pari al 7% della produzio·ne francese di acciaio (seco11do le previsioni del IV piano). Dunkerque fornirà lamiere grosse sia per l'esportazione che _per il mercato locale, particolarmente sviluppato data la presenza « in loco » di fiorenti cantieri navali e la vicinanza della regione parigina, dove viene consumato in gran parte l'acciaio di produzione francese. Sempre in Francia, infine, a Boulogne-Sur-Mer, le acciaierie di Parigi e d'Outreau stanno costruendo un altoforno. Anche i « Konzerne » tedeschi si orientano a favore di nuove installazioni costiere: oltre a Krupp, che, a Rotterdam, partecipa al progettoRozenburg, anche Klockr1er ha cercato la via dei porti; a Brema è in costruzione un grande stabilimento integrato, la cui produzio-ne raggiungerà i tre milioni di tonnellate (cifra ragguardevole anche per la sviluppatissima siderurgia tedesca). Il progetto più discusso è stato quello (SIDEMAR) co·ncernente l'installazio-ne di uno stabilirriento integrato a Selzaete, in Belgio, per la fabbricazione di pro-dotti piatti, con una capacità iniziale di 1,5 milioni di tonnellate, quantità suscettibile di essere raddoppiata in breve tempo. L'annunzio alla stampa 2 provocò delle reazio-ni vivaci, in gran parte sfavorevoli, tra gli ambienti dell'industria siderurgica di Liegi, che segnalavano i pericoli - insiti in un pro-getto di così vaste dimensioni - per l'equilibrio economico nazionale. Le critiche si rifacevano fondamentalmente a due: 1) Selzaete non è una vera e propria localizzazione costiera e, nella misura in cui lo stabilimento deve essere ubicato sul litorale, il sito più indicato è Anversa; 2) il Belgio, che già produce in gran parte per l'esportazione, dovrebbe dirigere i propri investimenti verso l'industria di trasformazione e no·n verso quella di base. Pur senza addentrarci nel vivo de~ problema, non si può negare che queste critiche abbiano un loro fondamento: la stessa struttura della siderurgia belga consiglia un allargamento del mercato i_nterno di acciaio, ed un potenziamento delle esportazioni di prodotti più evoluti. Co-munque, la produzione totale degli stabilimenti costieri, che 1 PERTINAX, L' avenir de no tre sidérurgie est-il au bord de la mer?, in « Revue du Conseil économique wallon », 1959, n. 41. 2 Le Luxemburg est favorable à la construction d'une -sidérurgie maritirae en Belgique, in « Le Monde», 11 Juillet 1961. 56 Bibliotecaginobianco
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