Alberto Pascale possibilità di un loro parziale o temporaneo impiego. È quindi facile comprendere come un accentramento delle attività industriali in Piemonte, Liguria e Lombardia - al quale non corrispondesse l'incentivazione ad intraprendere tali attività anche in altre regioni - :comporterebbe un continuo afflusso migratorio, sufficiente a rendere cronica la percentuale delle forze di lavoro non utilizzate. Come si vede, in Italia il pro,blema degli incentivi non è poisto da criteri di convenienza economica, come avviene in Gran Bretagna, ma dalla più elementare esigenza di rendere produttive zone che tuttora s-0 1 no fortemente arretrate e di decongestionare il m-ercato del lavoro nelle zo,ne già industrialmente progredite. Del resto, proprio: di questa eccedenza dell'o·fferta di lavo,ro1 sulla domanda si è giovata largamente la classe imprenditoriale nel recente periodo del « boom»; per cui so,rge con una certa legittimità il dubbio che questa classe vada oggi sostenendo la opportunità di un illimitato accentramento di industrie nelle aree metropolitane del Nord per continuare a giovarsi della minor forza contrattuale della n1anodopera immigrata, condizio·nata dalla propria concorrenza interna e dalle difficoltà del suo, « gioco, fuori casa ». Sembra anche, addirittura, ingenuamente scoperta la tendenza a determinare un mercato delle forze di lavoro caratterizzato, da una parte, da una sodalità di datori di lavoro, resi potenti ed agguerriti dalla sempre crescente concentrazione delle proprie forze, e, per l'altra parte, da una massa impreparata e pletoricà di prestatori d'opera, ciascuno dei quali è indotto a considerare come una fortuna, e non con1e un diritto;, la possibilità di una qualsiasi occupazione. La recente campagna condotta dai maggiori esp·o,nenti delle industrie lombarde contro la disincentivazione di alcune zone dell'Italia nord-occidentale prevista dal « Piano Giolitti » indica, come dovere inadempiuto dall'attuale governo, la predisposizione di nuovi incentivi al Sud per lo sviluppo industriale delle regioni meridionali; ma in che cosa questi incentivi debbano consistere non viene poi per nulla spiegato. Nella riunione del Comitato dei ministri per il Mezzogiorno, tenutasi nello scorso novembre, è stata rilevata la situazione in cui si trova la Cassa per il Mezzogiorno in conseguenza de]l'esaurirsi dei fondi disponibili. Le preoccupazio-ni espresse dal ministro Pastore e dal Comitato tutto sono giustificate particolarmente dalla consapevolezza che oggi un rallentamento di quella politica di interventi che si è rivelata positiva rischierebbe di compromettere tutte le co.nquiste finora realizzate e delle quali è indice e prova la superiorità dei tassi di crescita dell'economia meridionale su quelli del resto del paese. La necessità di continuare una tale politica di interventi al Sud si rende, quindi, particolarmente urgente oggi che le regioni meridionali si tro,vano, ai fi11i dell'industrializzazione, nella fase delicatissima del decollo. Ma, sebbene indispensabile, una politica di soli finanziamenti. no·n è sufficiente a portare avanti la industrializzazione del Meridione. Agli incentivi di carattere creditizio, altri se ne devono ---aggiungere; e ciò non 50 Bibliotecaginobianco
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